Oltre 4 milioni di euro per contrastare insediamenti abusivi e caporalato.

Il finanziamento assegnato al Comune di Latina nell’ambito del PNRR

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che
ripartisce tra 37 Comuni italiani 200 milioni di euro destinati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al
superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.

Al Comune di Latina è stato assegnato un finanziamento di 4 milioni e 363mila euro.

I Comuni sono stati individuati in base alla mappatura sulle condizioni abitative dei lavoratori dell’agroalimentare realizzata dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

«Arrivano altre importanti risorse per il territorio – osserva il Sindaco Damiano Coletta – e le impiegheremo per costruire le infrastrutture necessarie a presidiare con percorsi di legalità la presenza di tanti lavoratori anche stagionali nelle nostre campagne».

«Combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura – dichiara la Vice Sindaco e Assessora al Welfare
Francesca Pierleoni – significa anche creare risposte a bisogni che, se non intercettati e risolti, attivano
percorsi illegali e pericolosi come il caporalato.

Il Comune di Latina ha partecipato attivamente alla ricerca dell’Anci e del Ministero essendo il nostro territorio ancora fortemente attrattivo per immigrati e lavoratori agricoli e allevatori, che qui trovano occupazione.

Abbiamo utilizzato i nostri servizi attivi quali il Pronto Intervento Sociale e i progetti innovativi quali LGNetEA per monitorare i disagi dei cittadini più vulnerabili di Latina e i risultati sono immediatamente visibili».

I 200 milioni, si legge nel decreto, sono stati ripartiti “assegnando una quota fissa e una quota variabile da
attribuire in base al numero delle presenze di cittadini stranieri dichiarato dai comuni partecipanti alla
rilevazione”.

Sono stati, poi, aggiunti due correttivi “per tener conto, da un lato, dell’anzianità degli insediamenti (e delle correlate maggiori difficoltà di intervento) e dall’altro dell’esistenza di iniziative avviate sui medesimi territori per il superamento degli insediamenti informali (cui assicurare sostegno)”.

Riceviamo e pubblichiamo

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