Domani alle ore 11:00 il Preside Agresti sarà ospite a Talkinthecity: “Non sapevo ancora della decisione del Tribunale”

Viene sospeso dalla scuola, il Tar del Lazio annulla il provvedimento disponendone l’immediato reintegro ma la decisione del Tribunale non viene rispettata.
Il Ministero dell’Istruzione costretto così a far intervenire l’ufficio scolastico regionale per comprendere le ragioni della mancata attuazione del verdetto espresso dal collegio giudicante.
È quanto accaduto in questi giorni presso l’Istituto comprensivo Corrado Melone di Ladispoli, dove un bambino di sei anni affetto da “un disturbo di deficit con iperattività” lo scorso 28 febbraio è stato sospeso da scuola per 17 giorni, salvo poi riprendere le attività didattiche a partire da oggi.

“Come disposto da Tribunale, nostro figlio deve tornare a scuola – dichiaravano ieri i genitori – .
Ci appelliamo al ministro Valditara: faccia rispettare alla scuola il decreto del Tar, lo faccia per la serenità di nostro figlio che si vede negato un diritto”.
“Il Decreto – sosteneva l’avvocato della famiglia Daniele Leppe – Non è stato rispettato dal preside”. L’appello è giunto dopo che la vicenda ha trovato spazio nelle pagine di Repubblica.
Parole, quelle espressi dai coniugi e da loro legale, alle quali hanno fatto eco quelle espresse dal Ministero dell’Istruzione che ha disposto un’ispezione presso l’Istituto per comprendere l’accaduto.
“Domani mattina verranno gli ispettori dell’Ufficio scolastico regionale. Sono a disposizione della chiarezza e della verità” ha dichiarato il preside Riccardo Agresti.

“Per questo sono contento – ha ribadito – perché tutti noi siamo certi di avere fatto il meglio per il bimbo”, precisando però che non sapeva ancora del pronunciamento del tribunale e che “una volta letta la decisione del Tar ho dato disposizioni di non impedire l’accesso”.
“Parcheggiata la mia auto ed entrando nel cancello di scuola è arrivata una pattuglia dei Carabinieri, per cui ho atteso nel mio ufficio il loro arrivo (papà, bimbo e Carabinieri). Invece poi non è entrato nessuno e sono “spariti” tutti – racconta il Preside – .
Una volta letta la decisione del Tar ho dato disposizioni di non impedire l’accesso ad alcuno e stamani mi attendevo che il papà entrasse con il bimbo ed in effetti mi sono insospettito del fatto che il bimbo non si fosse presentato.
Il problema reale della vicenda è “semplicemente la famiglia che ritiene la Scuola un babysitteraggio e se ne infischia del fatto che altri 21 bambini non stanno imparando a leggere e scrivere a causa della situazione della classe”.
Oggi l’epilogo, con il controllo eseguito dagli ispettori e il ritorno a scuola del bambino, che prima di entrare rivolgendosi al padre ha detto: “Perché l’altro giorno non mi hanno fatto entrare?”.
di Marco Di Marzio
