Alix Van Buren, presidente de Gli Amici di Villa Borghese: “Siamo inermi!”

“Con l’abbattimento del Gingko Biloba – e quello degli antichi Lecci e del Pino fra i più importanti di Roma, il Pincio è stato sfigurato. Come il resto di Villa Borghese.

Siamo inermi. E di Villa Borghese, dopo lo tsunami dei due anni scorsi, è rimasto ben poco. Questa è la verità.”

Sono le parole lapidarie di Alix Van Buren , presidente de Gli Amici di Villa Borghese, all’indomani dell’ennesimo attacco al patrimonio storico , non soltanto arboreo, di Roma.

“Siamo inermi”, dichiara tragicamente, al cospetto dell’esercito di motoseghe scatenato senza preavviso sui migliori alberi di Roma ,

mascherato da interventi di emergenza nella sbornia dei “poteri speciali” di Gualtieri e dei miliardi di soldi pubblici che stanno soffocando Roma nel cemento.

L’ultima vittima degli abbattimenti grotteschi ad opera del Comune di Roma è un Gingko Biloba , alto 20 metri, che da un secolo stupiva i visitatori di Villa Borghese con il giallo intenso delle sue caratteristiche foglie.

Un albero famoso per la sua forza, si pensi agli esemplari sopravvissuti alle radiazioni di Hiroshima, un gigante che può arrivare ai 3000 anni di età.

Perché è stato abbattuto allora ? “Non è dato saperlo. Nessun comunicato, non un avviso scritto per informare i cittadini… che sono i suoi veri proprietari… “, continua la presidente Van Buren, “soltanto una contro perizia avrebbe potuto accertarne le condizioni, a noi il Gingko non risultava sofferente”.

La sua memoria storica è ferrea e negli ultimi anni registra puntualmente il vilipendio botanico e paesaggistico di Villa Borghese sulla pagina facebook della storica associazione fondata da Suso Cecchi D’Amico.

Troppi beceri interessi assediano Villa Borghese da anni, la rendono preda dell’ overtourism e la sfruttano come location per eventi privati.

Una soluzione ci sarebbe, un curatore, come avviene nei parchi storici d’Europa, che unifichi le varie competenze, affiancato da un botanico di chiara fama, ma è stata avversata dal Servizio Giardini.

La presidente enumera le battaglie continue per salvare alcuni esemplari in extremis e i tempi biblici per iscriverne altri nel registro degli alberi monumentali ( unica tutela di legge incontestabile per gli alberi in quanto tali in Italia ).

Il panorama si fa grottesco se si pensa che l’attuale assessore al verde Sabrina Alfonsi invece di conservare e curare le ville storiche , continua ad esporle ad assurde ( e milionarie) “riqualificazioni”.

Un accanimento contro i polmoni verdi di Roma che si fa sempre più prepotente e osceno, al punto che anche i volti noti del giornalismo, non solo dell’ambientalismo , non lo possono più ignorare.

Sveva Sagramola, celebre conduttrice di Geo, dichiara la sua indignazione sul Corriere della Sera, chiedendo che vengano “affisse le perizie con tanto di nomi , cognomi e qualifiche degli agronomi che si sono assunti la responsabilità dell’abbattimento” non solo dell’albero d’oro del Pincio , ma anche dello “scandaloso abbattimento del Bosco Sacro di Augusto”.

Le fa eco Francesco Merlo su Repubblica, dove senza termini parla di “genocidio” degli alberi di Roma.

Oltre a essere condominii abitati da tante creature fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema, è grazie a loro che respiriamo e veniamo protetti dai peggiori agenti inquinanti , spendere soldi pubblici per abbatterli equivale a un suicidio collettivo.

A questo punto sono tanti i congiurati sul banco degli imputati che continuano a nascondersi , oltre a Gualtieri, a Alfonsi, alla Sovrintendenza Capitolina e alla Soprintendenza Speciale, si aggiungono anche la garante degli animali , Patrizia Prestipino, e la procura . Il loro silenzio non contribuisce ad accrescere la fiducia nelle istituzioni.

“I cittadini si augurano che questo Gingko monumentale sia l’ultima vittima , ma è altamente improbabile se non cambia il sistema.

Viviamo in un incubo da anni ormai , perché nessun albero è più tutelato a Roma, è dal 2021 che protestiamo contro questi abbattimenti illegittimi,

solo di recente vedo montare una maggiore consapevolezza nell’opinione pubblica ” a parlare è Francesca Marranghello che da anni si batte affinché i pini domestici vengano curati e difesi.

Una battaglia sacrosanta che rischia di essere spazzata via dal cinismo e dalla corruzione.

Jacopa Stinchelli. TalkCity.it Redazione

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