Un nome, un programma… i Ministeri cambiano, i tagli no
Con l’inizio dell’era Meloni tante cose sono destinate a cambiare. Anche i ministeri non sono più quelli di una volta. Il consiglio dei ministri ha approvato ieri un decreto con novità sulle denominazioni dei dicasteri che sintetizzano le priorità nell’azione del governo.
Un nome, un programma: siccome è difficile modificare la realtà dei ministeri, per il momento se ne cambiano i nomi.
Così il tradizionale ministero dei trasporti si chiamerà ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile mettendo in chiaro che il ministro Salvini potrà occuparsi di un’infinita gamma di questioni, spaziando dal mirabolante ponte sullo stretto alle autostrade pericolanti per arrivare alle bici elettriche e ai monopattini.
Il ministero dello sviluppo economico diventa delle imprese e del made in Italy, cambiando la sigla da Mise a Mimit. Tutto ciò, mentre il ministero per la transizione ecologica (Mite), fiore all’occhiello del governo Draghi, si è misteriosamente eclissato, sostituito da un più realistico dicastero per l’ambiente e la sicurezza energetica.