Nella “Giornata Mondiale dello Studente” riceviamo una lettera aperta per il problema, ancora non risolto, dei doppi turni. Venerdi è previsto un Corteo degli Studenti in tutta Italia

<I mass media hanno divulgato le disposizioni del Prefetto di Roma in merito agli orari d’ingresso delle scuole secondarie di secondo grado, ancora oggi, come lo scorso anno, diversificati per classi;

infatti è rimasta in piedi l’articolazione/suddivisione di accessi ed uscite a due turni.

A poco è servito aver anticipato il secondo turno di entrata dalle 10:00 alle 9:40: quella che vuole essere stata una gentile concessione per ovviare alle richieste di dirigenti e docenti si rivela, in realtà, alquanto inefficace.

Inefficace nel senso che continua ad interferire pesantemente con l’organizzazione di tutto il sistema-scuola, ma soprattutto col bisogno degli studenti, che sono immersi concretamente in una situazione di “povertà educativa”.

Concentriamoci nello specifico sulla questione studenti.

Recita la segnalazione ai sensi dell’articolo 3 comma 1, lettera g (legge 12 luglio 2011, n. 112), Istituzione all’autorita garante per l’infanzia e l’adolescenza che:

segnala al Governo, alle regioni o agli enti locali e territoriali interessati, negli ambiti di rispettiva competenza, tutte le iniziative opportune per assicurare la piena promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, con particolare riferimento al diritto all’istruzione”.

Di seguito riporto l’articolo 31 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica“.

Viene da se ed è possibile intuire che l’orario di uscita alle ore 3.00 (talvolta anche 3.30/4) lederebbe certamente alle garanzie assicurate dalla Carta dei Minori:

alcuni di loro, costretti a rientrare presso le proprie abitazioni extracomunali, non avrebbero tempo, non solo di impegnarsi in attività sportive o altre, ma anche e soprattutto di svolgere lo studio autonomo con serenità e tranquillità.

Ma il Prefetto, al contrario delle promesse e degli impegni presi nei confronti dei ragazzi, non sembrerebbe ascoltare il nostro punto di vista, promosso tramite manifestazioni in piazza e scioperi di massa.

La concentrazione verso le spiegazioni degli argomenti affrontati in classe, giunti al primo pomeriggio, va man mano affievolendosi.

Anche specialisti del comportamento alimentare non esitano a stilare gli effetti dannosi per la salute di questa impostazione: ce ne parla la dottoressa Valentina D’Angelo, laureata in “Scienze della Nutrizione” e “Chimica e Tecnologie Farmaceutiche” che espone le problematiche alimentari alle quali gli studenti potrebbero incorrere non seguendo una corretta alimentazione.

“Entrare alle 9.40 ed uscire alle 15.00 implica un dover adattare il proprio stile di vita con ripercussioni sulla scelta degli alimenti e sulla loro distribuzione giornaliera (in particolare per i pendolari).

Gli aspetti da prendere in considerazione sono:
  1. la scelta non corretta degli alimenti (spesso si osserva un aumentato consumo di carboidrati semplici)
  2. la distribuzione temporale non corretta nell’arco della giornata
  3. il tempo non sufficiente per la consumazione del pasto con relativo peggioramento della masticazione e quindi della digestione.
Le conseguenze di questi “adattamenti” all’orario scolastico hanno e avranno ripercussioni sullo stato di benessere dei nostri figli in quanto si può incorrere in:
  1. alterazioni della curva glicemica giornaliera con ripercussioni sul peso e sulla capacità di mantenere l’attenzione (quindi peggioramento del rendimento scolastico)
  2. distribuzione non equilibrata dei vari nutrienti con insorgenza di carenze (in genere vitaminiche) o di eccessi
  3. insorgenza di difficoltà digestive legate alla velocità con cui vengono consumati i pasti quali gonfiore addominale, flautolenza, reflusso gastro-esofageo….
  4. cambiamento dei ritmi circadiani che regolano il rilascio di una serie di sostanze/ormoni responsabili del mantenimento di un buon funzionamento di una serie di sistemi biologici alla base della nostra salute (tra cui la funzionalità del sistema immunitario, il ritmo sonno-veglia, i valori di cortisolo e quindi lo stato infiammatorio generale dell’organismo e altro ancora)”.

La pandemia da SarsCov19 ha reso tutti più instabili, ma chi risente maggiormente degli effetti collaterali di quest’ultima, per così dire, sono proprio gli studenti stessi che, costretti a casa per quasi un anno, attendevano trepidanti l’inizio del nuovo anno scolastico in presenza.

“Humanitas Care” precisa infatti che “convivere forzatamente in spazi che diventano angusti a causa del vincolo assoluto ed imposto, priva i bambini, come i ragazzi, dell’ informazione sensoriale ed emotiva che deriva dalla routine delle lezioni, delle difficoltà e delle gioie della scuola, e che favorisce lo sviluppo sociale ed emotivo”;

aggiungendo inoltre che:

“Questa situazione amplifica, sminuendone calpestando una delle sfide più difficili, ma anche più importanti, che la scuola ha: rendere autonomi, consapevoli e protagonisti assoluti della propria maturazione di conoscenze i ragazzi”.

Da studentessa, e a nome di tutti gli studenti, posso confermare che questa situazione è decisamente invalidante, e in questo modo, non permette di renderci “protagonisti assoluti della nostra maturazione” in quanto consideriamo la scuola, in termini istituzionali, come processo formativo entro e non solo il luogo fisico dove sono solite tenersi le lezioni.

Non ci sentiamo tutelati dallo Stato, dagli enti locali che ne fanno le veci e dal Ministro dell’Istruzione.

La nostra non vuole essere propriamente una critica all’operato del Prefetto di Roma. Bensì richiediamo che venga posta più attenzione verso certe tematiche che riguardano la vita di ogni studente-individuo (non dello studente-numero).

Chiediamo che ci venisse restituito il concetto di scuola come lo conoscevamo prima. Come luogo di apprendimento permanente per menti coscienti e responsabili entro e non oltre il normale orario di svolgimento delle lezioni, per concentrarci anche sulle nostre passioni, sui nostri affetti e, più in generali, sullo sviluppo armonioso del nostro essere>.

Riceviamo e pubblichiamo 

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