La questione della centrale ENEL di Civitavecchia… tra croci e delizie. La data di chiusura è gioia per gli ambientalisti, per gli operai no
Da oltre 40 anni, i cittadini di Civitavecchia hanno sempre lamentato lo sfruttamento del territorio da parte dell’ENEL. Le conseguenze dell’attività che inizialmente effettuava la centrale termoelettrica e, dai primi anni 2000, quella a carbone sono state ben visibili in città per quanto riguarda le malattie respiratorie e cardiovascolari.
Proprio per questo motivo, la notizia riguardante la chiusura definitiva dell’impianto di Torre Valdaliga Nord è stata ben accolta dagli ambientalisti e dalla maggior parte dei residenti.
Per quanto riguarda i dipendenti e i vari operai che lavorano all’interno della centrale dell’ENEL, invece, la questione è diversa. Loro sanno bene quanto la questione sia delicata in termini di sicurezza salutare pubblica, ma rischiano di rimanere senza lavoro.
Sono circa 800 le persone che, al momento, riescono a lavorare grazie alle varie attività che l’impianto ha sinora garantito.
La data definitiva della chiusura delle attività di ENEL sul territorio, ufficializzata tramite un comunicato del Comune di Civitavecchia, porta con sé (quindi) diverse croci e delizie.
La soluzione definitiva per il post-carbone che possa accontentare ogni parte in causa sembra ancora esser lontana.
L’amministrazione guidata dal sindaco Piendibene, però, si dice pronta ad agire per poter evitare il peggio.
ENEL, il comunicato del Comune di Civitavecchia sulla centrale
Sul sito internet Talkcity.it è da poco uscito un comunicato ufficiale condiviso da parte del Comune di Civitavecchia. Riguarda la data definitiva della chiusura della centrale dell’ENEL di Torre Valdaliga Nord.
Oltre a questa death line, però, è stata ben descritta da parte dell’amministrazione anche la questione in merito a ciò che accadrà dopo la chiusura dell’impianto.
Il problema più grave è quello degli 800 dipendenti circa che rischiano il loro posto di lavoro. “L’amministrazione comunale si sta occupando del futuro dei lavoratori”, si legge sul comunicato.
Poi prosegue: “Abbiamo registrato l’interesse di vari investitori per l’area nei pressi della centrale i quali potranno contribuire, almeno in parte, a far fronte al fabbisogno occupazionale”.
Dopodiché, il comunicato si sofferma sulla questione del bosco ENEL, sollevata anche con una recente e copiosa raccolta firme. “Non si rinuncerà alla preservazione di ogni ettaro previsto”, si legge sulla nota condivisa.
Secondo l’assessore all’Ambiente Stefano Giannini, “qualora i terreni attuali si rendessero indispensabili per i progetti d’investimento e la salvaguardia del lavoro, allora sarà per noi imprescindibile individuare un nuovo sito per la realizzazione del bosco”.
L’idea dell’assessore all’Ambiente è quella di proporlo, magari, in “una zona più vicina alla città”, dice il comunicato. In tal modo, la superficie verde potrebbe crescere senza alcun tipo di limitazioni e potrebbe essere maggiormente fruibile anche da parte della popolazione residente.
La data di chiusura definitiva della centrale a carbone dell’ENEL sul territorio di Civitavecchia è quella del 31 dicembre 2025. Oltre al capodanno 2026, quindi, i cittadini potranno festeggiare un’altra data storica, anche se sarà segnata da un futuro sempre più incerto in termini occupazionali e di investimenti sull’energia rinnovabile.
Michelangelo Loriga