La candidata di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Lazio, intervistata da Antonio Cacace per la nostra testata, in vista delle elezioni del 12 e 13 febbraio

MESSAGGIO ELETTORALE

44 anni, laureata in economia e commercio, da 18 anni funzionaria di banca. Sposata e felicemente mamma. In politica dal 2001, dirigente di Fratelli d’Italia, nel 2019 è stata la più votata nella storia della città di Civitavecchia e, anche per questo, è stata eletta Presidente del Consiglio comunale, ruolo che tutt’oggi ricopre. Dal 2021 è anche membro del direttivo Anci Donne per la Regione Lazio.

Tra le sue proposte abbiamo l’abbattimento dell’imposta regionale Irpef, il taglio della bolletta elettrica nei comuni che ospitano centrali elettriche, la liberalizzazione della professione infermieristica, il completamento della Civitavecchia-Orte ed il blocco del mega impianto di biodigestione che la Giunta Zingaretti vorrebbe far costruire a Civitavecchia per i rifiuti di Roma: “se da Roma la smettessero di considerare Civitavecchia solo come l’ultima provincia dell’Impero, dove scaricare ogni tipo di servitù e di attività inquinanti, avremmo tutte le carte in regola per poter diventare un grande hub internazionale”.

Viene definita la candidata più forte del territorio per il suo radicamento nel tessuto sociale della città e perché, da oltre 20 anni, è un punto di riferimento nella politica civitavecchiese, tanto da guadagnarsi soprannomi come “Lady preferenze”.

In questa intervista Emanuela Mari, candidata di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Lazio, ci spiega quali sono le sue intenzioni qualora riuscisse a vincere la competizione elettorale: dagli usi civici, passando per lo snellimento delle liste d’attesa, la chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma e la riorganizzazione della sanità pubblica.

Poi c’è la questione sulle ingerenze di Roma e della Regione Lazio a trazione Partito Democratico. Capiamone di più perché dal giorno di San Valentino (il 14 febbraio) potrebbe diventare anche la prima consigliera regionale del centrodestra di Civitavecchia e di tutto il litorale nord.

D –  Buonasera Emanuela, ha parlato più volte del modello Basilicata per il Lazio. A cosa si riferisce?

R – A quanto di buono ha fatto il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, a proposito di energia e di bollette calmierate. Grazie alle buone pratiche del governo Bardi, i cittadini lucani riescono ad abbattere, quasi completamente, il costo delle utenze del gas.

Ciò è stato possibile grazie alla legge approvata ad agosto dall’ente regionale e all’accordo con le società petrolifere per le compensazioni sul territorio. Questo modello, se ha funzionato per la Basilicata, può funzionare anche in altre regioni, quindi anche per il Lazio.

Per Civitavecchia, ad esempio, che ospita uno dei poli energetici più grande d’Italia, proponiamo che la regione si faccia parte attiva per una trattativa con Enel S.p.A. affinché si possano ottenere, anche per i civitavecchiesi e gli abitanti dei comuni limitrofi, dei grossi tagli sulla bolletta elettrica.

Lo stesso principio si può replicare, come forma diretta di compensazione ambientale, in tutte le città dove sono presenti grosse servitù; penso ad importanti insediamenti che generano un impatto sull’ambiente e la salute pubblica.

Al Presidente Rocca abbiamo già illustrato il nostro progetto ed è d’accordo con noi che, in tempi di crisi, occorre aumentare il potere d’acquisto dei cittadini e non ridurlo.

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D –  Un altro suo lancio di agenzia, che ha fatto clamore, è stato quello sull’aumento dell’Irpef regionale che Zingaretti avrebbe aumentato all’insaputa di tutti. Lo spieghi bene ai nostri lettori.

R – Lo spiego volentieri. E’ talmente vero e lampante che dal mese di gennaio, che si è appena concluso, tutti i cittadini del Lazio, con una busta paga da lavoro dipendente, hanno potuto constatare che l’imposta regionale Irpef è aumentata ed il netto in busta è diminuito.

In pratica, uno degli ultimi atti della Giunta regionale PD/5 Stelle è stato quello di aumentare l’imposta che colpisce i redditi da lavoro (l’Irpef appunto) con rincari che arriveranno fino a 400 euro in più l’anno. Questo mentre i cittadini si trovano a dover affrontare una crisi economica senza precedenti, che sta generando rincari di ogni genere.

Pensi che le famiglie andranno a pagare fino a 1.092,00 euro l’anno, contro le 692 euro che si pagavano prima dell’arrivo di Nicola Zingaretti e del Partito Democratico. Una vera e propria stangata per tantissime famiglie che ne ridurrà ancora più il potere d’acquisto.

Anche in questo caso, Presidente Rocca si è impegnato con noi per rivedere i rincari. E noi lo aiuteremo in Consiglio regionale.

D –  Sapendo di doverla intervistare, ho studiato il suo profilo e letto le sue proposte. C’è molta sanità nel suo trascorso e nel suo programma. Ce ne parli.

R – Essendo sensibile ai temi sociali, non posso non occuparmi di salute pubblica e dei problemi generati da un servizio sanitario inadeguato e non al passo con i tempi.

C’è bisogno di abbattere le liste d’attesa, di aumentare i posti letto e l’organico di chi ci lavora, troppo ridotto ed espone i dipendenti a rischi di ogni genere. Una proposta che stiamo portando avanti, da diversi mesi, è quella di eliminare il vincolo di esclusività per gli infermieri e liberalizzare la professione così, chi vorrà, potrà lavorare contemporaneamente come dipendente e come libero professionista, come accade già per i medici in corsia.

In questo modo aumentiamo il raggio d’azione delle professioni infermieristiche e potenziamo la medicina territoriale, essendo le figure di riferimento per la presa in carico e l’assistenza del paziente dentro e fuori le strutture ospedaliere.

Un modo per valorizzare questa categoria e migliorare l’offerta sanitaria. Potremmo poi parlare dell’impegno preso per l’attivazione del reparto di radioterapia, mai aperto, presso l’Asl RM4 e per il riconoscimento delle strutture private che potrebbero ampliare l’offerta sanitaria a tutti i cittadini.

Ma è un settore molto ampio e complesso, quello della sanità pubblica, che non basta un’intervista per poterne parlare.

D –  Ho letto anche degli Usi civici, un problema generalizzato in tutto il Lazio che colpisce molte famiglie e l’intero settore immobiliare. Parliamo di leggi, regolamenti e vincoli di oltre un secolo fa. Possibile che non si riesce ad andare oltre ed eliminare il vincolo?

R – Un altro scandalo della Regione Lazio, che nel 2023 non riesce ancora a risolvere. La questione degli usi civici si trascina da molti anni e sta creando non pochi problemi ai cittadini e al settore immobiliare a Civitavecchia e in tutta la regione.

Il mio impegno, come candidata di Fratelli d’Italia, è affinché la prossima Regione Lazio, guidata dal Presidente Rocca, sancisca l’inesistenza degli usi civici. Gli atti storici, prodotti dal Comitato Usi Civici di Civitavecchia, sono inequivocabili ed hanno già permesso di vincere le prime cause presso il Commissario agli Usi Civici. Ci batteremo in Consiglio regionale per far recepire ed applicare la “sentenza Antonelli”, che neutralizzerà il problema.

D –  Si è più volte definita “la candidata del territorio”, ci spieghi cosa intende e quale sarà il suo valore aggiunto, se riuscirà ad essere eletta.

R – Chi mi conosce sa che gli oltre 20 anni di politica li ho trascorsi tutti nel mio territorio occupandomi, quasi esclusivamente, dei problemi sociali e materiali dei miei concittadini.

Con l’aiuto degli elettori, potrei diventare il primo Consigliere regionale di centrodestra della mia città e partecipare alla profonda riforma della regione: due obiettivi molto importanti per un’esponente di Fratelli d’Italia.

Essere definita la “candidata del territorio” mi inorgoglisce perché in questa definizione rivedo l’essenza del mio impegno.

D –  A Roma, intanto, si discute sull’inceneritore. È finito il tempo dei no immotivati?

R – Come ho già detto, sulle questioni ambientali bisogna essere pragmatici e non ideologici. Pensare solo a bruciare i rifiuti o a non occuparsi affatto della chiusura del ciclo, come sta avvenendo a Roma, non risolve il problema, lo amplifica ed è chiaro ormai a chiunque.

Del resto, basta andare nei quartieri e vedere in che condizione sono. Occorre pianificare e mettere in atto una seria raccolta differenziata nella Capitale e nella regione in generale, visto che siamo tra le peggiori regioni in questo ambito e, laddove è necessario, realizzare anche degli impianti, ma sul proprio territorio e dalle dimensioni adeguate alle proprie esigenze.

Dico questo perché spesso, quando i sindaci di Roma dicono di voler aprire una discarica o costruire un inceneritore, scopriamo poi che la loro scelta non ricade mai sul territorio che amministrano ma sui comuni minori della cinta metropolitana.

Un classico esempio di “scorribande” nella provincia lo abbiamo avuto con Virginia Raggi e lo abbiamo tutt’ora con Roberto Gualtieri. Per questo dovremo vigilare affinché nessuno si permetta di far costruire inceneritori o discariche sui territori altrui.  

D –  A proposito di ripresa, Civitavecchia mira a essere hub internazionale. Qual’è la strada?

R – Innanzitutto, se da Roma la smettessero di considerare Civitavecchia solo come l’ultima provincia dell’impero, dove andare a scaricare ogni tipo di servitù e di attività inquinanti, avremmo tutte le carte in regola per poterlo diventare.

L’ultimo caso è di queste settimane ed arriva proprio dalla Giunta regionale del Presidente Zingaretti e della sua maggioranza PD-5 Stelle, che ha autorizzato sul nostro comune la costruzione di un mega biodigestore da 120.000 tonnellate di rifiuti annui, necessario non per Civitavecchia, che ha una differenziata spinta e non ha problemi, ma per la Roma di Gualtieri che non li riesce proprio a gestire.

E questo nonostante i pareri contrari arrivati da tutti i comuni del comprensorio, dalla Asl RM4 e dalla Soprintendenza. In assenza di tali ingerenze, potremmo sì diventare uno degli hub internazionali più importanti d’Italia.

Abbiamo tutte le caratteristiche per esserlo: siamo al centro dell’Italia e del Mediterraneo, abbiamo uno dei porti più importanti d’Europa, siamo a 30 minuti da Roma, dall’aeroporto di Fiumicino, dalla Tuscia e dalla Toscana ma occorre investire sulle infrastrutture e sul tessuto sociale, economico e imprenditoriale.

Serve il completamento della superstrada Civitavecchia-Orte, il potenziamento della linea ferroviaria da e per Roma, una linea diretta per Fiumicino, una stazione ferroviaria moderna e idonea a servire il flusso turistico/crocieristico e servono strutture ricettive come, ad esempio, un centro termale per far fermare i turisti che arrivano a Civitavecchia.

Grossi investimenti e giuste valorizzazioni che si possono ottenere avendo tutte le istituzioni, locali e nazioni, dello stesso colore politico e che si parlano tra loro. Se al governo nazionale, guidato da Giorgia Meloni, si riuscisse, con il consenso dei cittadini, ad avere anche una Regione Lazio di centrodestra, così come lo è anche il Comune di Civitavecchia, potremmo avere la “giusta congiunzione astrale” per far vivere un nuovo rinascimento alla città ed affrancarsi definitivamente dalle centrali e dai combustibili fossili.

D –  Un altro argomento importante, per lei e per Civitavecchia, è il Porto: il primo porto d’Europa per le navi da crociere e tra i più importanti d’Italia.

R – Le faccio un esempio di cosa intendo per “sinergia istituzionale” e perché è importante che ci sia unità d’intento ed un’unica visione politica.

Dal governo Meloni abbiamo ottenuto, in solo 3 mesi, molto più di quanto è arrivato, negli anni trascorsi, dagli altri governi. Abbiamo firmato, poche settimane fa, l’accordo di programma che permetterà la costruzione di una bretella per evitare il traffico veicolare all’interno della città, che porterà direttamente al porto.

Sarà inoltre venduto l’ex complesso industriale di Fiumaretta all’Autorità portuale, diventando così un polo per la logistica agroalimentare. Con i fondi ricavati dalla vendita di Fiumaretta acquisiremo l’area dell’ex Italcementi, nel cuore della città, che diventerà il fiore all’occhiello di Civitavecchia.

Può immaginare, quindi, cosa potremmo realizzare con una regione di centrodestra e trainata da Fratelli d’Italia.

D –  Un appello agli elettori?

R – Essere considerata la candidata del territorio per il mio partito, Fratelli d’Italia, in queste elezioni regionali del Lazio, mi inorgoglisce e mi emoziona allo stesso tempo.

Per me vuol dire poter rappresentare, difendere e valorizzare il mio territorio ed occuparmi dei progetti che ho condiviso e sposato, anche nel corso di questa bella avventura elettorale. Con l’aiuto dei cittadini saprò farmi valere. Questo è il mio appello e il mio impegno per gli elettori.

D –  Grazie Emanuela per la disponibilità ed il tempo concesso. In bocca al lupo per la campagna elettorale.

R – Grazie a lei per l’opportunità e viva il lupo!

Intervista di Antonio Cacace

Antonio Cacace

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