Avremmo volto scriverlo noi un articolo sulla “scandalosa” presa di posizione di alcuni membri dell’attuale Amministrazione Comunale di Civitavecchia contro la richiesta di nominare una rotonda a Mafalda Molinari.
Questa mattina un articolo è stato pubblicato da TRC Giornale… scritto bene, così bene che vogliamo fare una cosa nuova… rompere certi schemi.
Abbiamo deciso, con il permesso della testata in questione, di rilanciarlo e pubblicarlo.
Ci siamo chiesti… perchè no? Il pensiero sul caso in questione ci unisce… proprio quando l’articolo parla di una città divisa.
Corrado Orfini
“Il Pensiero del Lunedì” da TRC Giornale
Abbiamo trascorso buona parte della settimana a riflettere. Riflessioni accompagnate da un senso di sconforto, un’amara conferma che Civitavecchia proprio non ce la può fare.
Non si riesce a trovare un momento di unità neanche di fronte all’evidenza, neanche quando la questione è talmente ovvia che non dovrebbe nemmeno essere discussa.
E invece eccoci qui, con la solita tendenza all’autolesionismo, a farci del male da soli.
L’ultima perla? Il dibattito, anzi, la polemica ridicola sull’intitolazione di una rotonda alla senatrice Mafalda Molinari.
Una donna che, per chi ancora non lo sapesse (e temiamo siano in tanti), ha letteralmente donato pezzi di sanità pubblica alla città, attraverso reparti ospedalieri, tante apparecchiature, alcune salvavita, aiuti a chi ne aveva bisogno, senza chiedere nulla in cambio, senza far pesare il suo impegno, senza imporre tessere di partito a chi lavorava nella sua azienda.
Per non parlare, infine, del ruolo che la Fondazione Molinari sta svolgendo nel territorio con tante iniziative, soprattutto a favore dei giovani in difficoltà.
Eppure, c’è chi si oppone, chi storce il naso, chi addirittura si chiede se sia giusto intitolarle una misera rotonda.
Ora, lasciamo perdere il fatto che, onestamente, una rotonda è anche troppo poco per ciò che ha lasciato a Civitavecchia.
Quello che fa rabbrividire non è il valore del riconoscimento in questione, ma il fatto stesso che ci sia chi discute se sia giusto farlo.
In una città nella quale si celebrano personaggi più che discutibili, si intitolano strade e altre aree a cittadini qualunque, di fronte a una figura che ha inciso realmente sul futuro della città si alzano obiezioni.
Ma siamo seri? Ma una comunità del genere può avere futuro? Ma la verità è una sola: questa città non sa riconoscere il merito, non sa onorare chi ha dato tanto, preferisce dividersi su tutto, persino sull’ovvio.
E poi ci chiediamo perché perde sempre più prestigio, perché rimaniamo indietro mentre altrove si cresce, perché la nostra comunità è incapace di compattarsi.
Forse il problema è proprio questo: non sappiamo dirci grazie, non sappiamo riconoscere chi ha lavorato per il bene comune.
E finché continueremo a farci la guerra anche su cose che dovrebbero unire, non meritiamo altro che l’irrilevanza a cui stiamo andando incontro.
Avremmo volto scriverlo noi un articolo sulla “scandalosa” presa di posizione di alcuni membri dell’attuale Amministrazione Comunale di Civitavecchia contro la richiesta di nominare una rotonda a Mafalda Molinari.
Questa mattina un articolo è stato pubblicato da TRC Giornale… scritto bene, così bene che vogliamo fare una cosa nuova… rompere certi schemi.
Abbiamo deciso, con il permesso della testata in questione, di rilanciarlo e pubblicarlo.
Ci siamo chiesti… perchè no? Il pensiero sul caso in questione ci unisce… proprio quando l’articolo parla di una città divisa.
Avremmo volto scriverlo noi un articolo sulla “scandalosa” presa di posizione di alcuni membri dell’attuale Amministrazione Comunale di Civitavecchia contro la richiesta di nominare una rotonda a Mafalda Molinari.
Questa mattina un articolo è stato pubblicato da TRC Giornale… scritto bene, così bene che vogliamo fare una cosa nuova… rompere certi schemi.
Abbiamo deciso, con il permesso della testata in questione, di rilanciarlo e pubblicarlo.
Ci siamo chiesti… perchè no? Il pensiero sul caso in questione ci unisce… proprio quando l’articolo parla di una città divisa.