<Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa entrarono ad Auschwitz, abbatterono i cancelli di quel campo di prigionia e mostrarono al mondo intero il volto disumano della barbarie nazista. Per questa ragione il 27 di gennaio è il giorno che è stato elevato a simbolo internazionale, in memoria della pianificazione sistematica, nell’ultima guerra, dello sterminio degli ebrei.
Nel nostro Paese è anche altro: è condanna per le leggi razziali fasciste del 1938; per la persecuzione in Italia dei cittadini ebrei e dei nostri connazionali che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte.
I popoli, in ogni nazione, non debbono cessare di tenere alta la bandiera della pace.
Ai conflitti conseguono inevitabilmente devastazioni sociali ed economiche che non risparmiano nessuno ma cadono prevalentemente sulle spalle dei più deboli e degli ultimi.
Dunque, non si tratta solo di commemorare e di rendere il giusto onore agli ebrei, vittime della shoah, ai caduti e ai perseguitati dell’ultima guerra.