Ci scrive un lettore: “Il 10 Luglio per la caduta di alcuni calcinacci sono stati chiusi i locali della Stazione, per due mesi gravi disagi per utenti locali e turisti”

Tra le tante lettere firmate che ci arrivano in Redazione cerchiamo di evitare la pubblicazione di attacchi politici strumentali così come di sviolinate melense contro o a favore di amministratori locali.

Quando però una mail firmata da un lettore, basata su fatti reali e verificabili, può avere un effetto utile, pur toccando la suscettibilità di qualcuno, ci sembra giusto pubblicarla sia per effetto di denuncia che, magari, per sensibilizzare chi di dovere ad intervenire.

Sul problema dei locali alla Stazione, chiusi da due mesi dopo la caduta di alcuni calcinacci da un cornicione, si è già scritto. Sui media ma soprattutto sui Social.

Scriverne ancora può sembrare ripetitivo ma, sicuramente, serve a dare la sensazione ulteriore della gravità della situazione.

A noi non piace puntare il dito e cercare i colpevoli, non è il nostro stile. Ma non per questo ci voltiamo dall’altra parte quando chi delegato a risolvere disservizi alla comunità non ne è capace.

Conosciamo la lentezza burocratica che, spesso, inficia la buona volontà degli amministratori e degli uffici predisposti, ma situazioni gravi come questa non possono e non devono arrivare a due mesi senza essere risolti o, almeno, migliorati con decisioni di emergenza.

Spettabile Redazione di talkcity.it

Ad oltre due mesi dal crollo del cornicione, che ha di fatto posto sotto sequestro l’intero immobile della stazione ferroviaria, siamo ancora in altissimo mare.

Questa situazione imbarazzante sembra non voglia essere risolta. Mentre si e’ arrivati ad una soluzione tampone per il punto ristoro; la biglietteria e la sala d’aspetto non trovano pace.

Così studenti, pendolari e crocieristi, vivono ogni giorno un autentico inferno.

Per gli abbonamenti annuali bisogna infatti andare a Roma mentre l’accoglienza alle migliaia di turisti rimane a mio avviso la parte piu’ incredibile.

Decine di bus scaricano gli ignari crocieristi nel piazzale. Abbandonati per ore sotto il sole o sotto la pioggia hanno una sola soluzione per ripararsi: il sottopassaggio, che però è inagibile, così come i bagni, a portatori di handicap, anziani con valige o mamme con passeggini.

Infatti il sottopassaggio non è fornito di rampe, ascensori o degli standard minimi di legge richiesti a qualsiasi cittadino voglia fare impresa ma che non valgono per il comune che fa finta di nulla sullo stesso.

Qualcuno si è mai accorto che un persona in carrozzina o più semplicemente una mamma con il passeggino deve fare il giro della città per raggiungere la stazione?

In questi due mesi, nessuno ha pensato bene di mettere due gazebo, 10 sedie ed un bagno mobile per disabili per non far credere, a chi ha la disgrazia di arrivare alla stazione ferroviaria, che Civitavecchia sia la porta dell’inferno tra il quinto mondo e la quarta dimensione.

Ieri un membro della Giunta ha dato rassicurazioni che, almeno, nei prossimi giorni dei gazebo verranno installati. Non è una soluzione, ma almeno sarebbe un segnale che qualcuno si è accorto della gravità della situazione.

La “vocazione turistica” spera si faccia in fretta.

Lettera firmata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *