Enorme multinazionale è pronta a investire su Civitavecchia: sarà un’opportunità o c’è rischio di sfruttamento del territorio?

Il caos occupazionale che si sta vivendo in città è di quelli imparagonabili ai tempi più recenti. Un centinaio di esuberi minano la tranquillità di diversi lavoratori di Civitavecchia, tra cui spiccano quelli dichiarati da Enel, Minosse e Port Mobility.
Ora, però, una gigantesca multinazionale ha puntato la città, capace di poterle offrire a essa delle opportunità a dir poco vantaggiose.
Ma in molti stanno già criticando aspramente l’approdo di un’azienda così imponente in Italia.

Ombre e ottima possibilità di fare degli affari con marchi prestigiosi a livello globale rendono l’operazione non del tutto sicura ma molto allettante.
Si parla di un settore che a Civitavecchia non è ben noto ai più, perlopiù abituati a operare nei comparti industriali da operai.
Ma qualcosa bisogna pur fare per il forte disagio che sta vivendo la città, specie in termini di transizione ecologica.
Quella che sembrava essere un’opportunità per poter trasformare le attività e farle divenire più sostenibili, ora potrebbe divenire una mannaia proprio sulla testa degli operai e di tanti cittadini.
Governo, istituzioni e aziende non sembrano riuscire a integrare i lavori del futuro con quelli del presente al meglio.
Il risultato può essere quello che, ad esempio, l’Enel sta paventando proprio in merito a chi lavora a Torrevaldaliga Nord, ovvero di una chiusura anticipata.
Civitavecchia, ci possono salvare gli americani?

Non si tratta di un film sulla Seconda Guerra Mondiale, ma la realtà dei fatti. Il disastroso momento che sta vivendo Enel sul territorio civitavecchiese potrebbe essere risollevato da ingenti investimenti stranieri.
In particolar modo, a puntare gli occhi sulla centrale di Torrevaldaliga Nord ci sono i dirigenti di un’immensa società statunitense, la quale si occupa di investimenti.
Si chiama BlackRock, ha sede a New York ed è nata nell’ormai lontano 1988. Il patrimonio totale che vanta questa enorme società è pari a circa 10.000 miliardi di dollari, del quale un terzo è situato in Europa.
L’idea di questa azienda sarebbe quella di trasformare Torrevaldaliga Nord in un datacenter per l’intelligenza artificiale. Questo servizio, poi, potrebbe essere affittato a gigantesche case informatiche come Microsoft, Google, etc..
In tal modo, le centrali che interessano a BlackRock (quelle di Brindisi, Civitavecchia, Fiume Santo e Porto Scuso) verrebbero rimesse in produzione. Lo farebbero, però, per poter alimentare i datacenter da loro creati.

Il sito lantidiplomatico.it dice “alla faccia della CO2 e nostra”, sottolineando che c’è un’altra faccia nascosta e scabrosa della transizione green.
L’incontro fra la presidente del consiglio Giorgia Meloni e l’amministratore delegato di BlackRock, invece, è visto come un’opportunità per la crescita economica da parte del governo.
Prima di questo incontro, però, c’è stato anche quello con l’AD di ENEL, ossia Flavio Cattaneo, per poter discutere la cessione delle centrali elettriche dismesse o in dismissione.
La paura, però, è quella che le centrali a carbone possano essere svendute, ma anche che il giga che un data center può consumare (la quantità di energia usata a Milano in un anno) possa sfruttare troppo il territorio.
Michelangelo Loriga
