Oggi, 28 marzo, ricorre la Giornata Mondiale dell’Endometriosi: una patologia che colpisce moltissime donne ma le cui cause sono ancora poco conosciute.
“Nel mondo sono circa 190 milioni le donne e le adolescenti (tra il 2 e il 10% della popolazione femminile generale) colpite da endometriosi durante l’età riproduttiva, anche se alcune possono soffrirne oltre la menopausa.
Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce di età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna.
Il tessuto endometriosico è estrogeno-dipendente e va incontro a processi infiammatori acuti e cronici, che possono coinvolgere più organi, non solo pelvici.
L’ormono-dipendenza giustifica la regressione della malattia endometriosica con la menopausa o negli stati di amenorrea.
A seconda della sede l’endometriosi può comportare:
Lesioni ovariche
Lesioni peritoneali superficiali
Lesioni peritoneali profonde”.
L’endometriosi esiste, ed è una malattia cui va dato il giusto peso, dando rispetto a tutte quelle donne che vivono in una condizione invalidante e che non si sentono comprese dalla società.
N. C.