Grandi emozioni per l’udienza del Papale che ha avuto luogo lo scorso 14 Maggio presso l’Aula Paolo VI, nota anche come Aula Nervi.

Il Santo Padre ha accolto la Scuola Maestre Pie Filippini di Anzio, insieme ad altri Istituti delle Maestre Pie presenti nel territorio nazionale, in occasione dei 350 anni dalla nascita della fondatrice Lucia Filippini.

La Coordinatrice, le Docenti, i Collaboratori e moltissimi alunni con le loro famiglie della scuola di Anzio, hanno aderito all’iniziativa avendo il desiderio di essere presenti a questo evento.

Il Santo Padre è stato accolto con applausi scroscianti dell’aula gremita.
La Madre Generale ha rivolto parole di riconoscenza per averci donato questo indimenticabile momento.

Dopo aver ascoltato con interesse le parole della Madre Generale, il Papa si è rivolto al pubblico emozionato e desideroso di ascoltare.

Ha ricordato l’importanza del lavoro dei maestri da svolgere tutti i giorni, senza rassegnazione e
protagonismo e di vivere per servire, senza “chiudersi in sacrestia”, mettendo sempre al centro Gesù.

Maestro, infatti, è chi insegna. Tuttavia non si insegna ciò che si sa, ma ciò che si è.
Educare è trasmettere vita ed essere maestri è una missione, proprio come fu per Lucia Filippini, il cui
carisma viene oggi portato avanti dalla maestre presenti nella nostra scuola.

Ella viene spesso rappresentata con il Crocifisso in mano o in atto di indicarlo e, come il Santo Padre ha descritto, teneva davanti agli occhi Dio e trasmetteva ciò che custodiva nel cuore: contenuti e vita. Dio, dunque, non si può comunicare se non abita nella nostra vita, se non riempie i nostri affetti.

Prima di concludere, il Papa ha invitato il pubblico a pronunciare una frase:

“Dio non può lasciare di essermi padre”.

Una frase dal contenuto profondo che vuole comunicare a tutti noi che tutto può venire meno fuorché la tenerezza di Dio.

Parole e momenti unici, di grande spiritualità, dalla grandi e pure emozioni da custodire nei nostri cassetti della memoria e da portare sempre nei nostri cuori.

Riceviamo e pubblichiamo

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