Massimiliano Tisano: “La mia Andromaca sarà a portata di un pubblico più ampio”

Intervista al maestro che ha riorchestrato l’opera barocca di Leonardo Leo in vista della rappresentazione il 6 e 7 agosto al Parco Archeologico dell’Acqua Claudia ad Anguillara per la regia di Amarilli Nizza e Maria Medea Nizza

Il 6 e 7 agosto ad Anguillara nel Parco Archeologico dell’Acqua Claudia la Claudia Biadi Music Academy porta in scena l’Andromaca di Leonardo Leo  per la regia di Amarilli Nizza e Maria Medea Nizza. Al
maestro Massimiano Tisano è affidato l’incarico di realizzare una nuova orchestrazione del “dramma per musica”.

Alcune domande per comprendere meglio quali scelte verranno fatte per la nuova edizione
dell’opera.

Maestro Massimiliano Tisano, orchestrare un opera barocca come l’Andromaca di Leonardo Leo è una nuova sfida ardua alla quale lei, maestro Massimiliano Tisano, non si sottrae considerando la sua
estrema poliedricità. Quali saranno le maggiori differenze rispetto alla partitura originaria?

Quando si orchestra o si  ri-orchestra un’opera antica si possono seguire due strade: lo stravolgimento totale, quasi provocatorio, oppure il rispetto dello stile originario. Io ho seguito la seconda,
con profonda umiltà  e amore. Più che altro mi sono preoccupato di non strafare, ispirandomi alle partiture di Pergolesi soprattutto. Non ho usato fiati, proprio perché non volevo rischiare di dare un “colore” troppo ottocentesco.

Quanto oggi rimane del gusto barocco di allora?

Tanto, per fortuna. Grazie agli studi che già da decenni hanno chiarito moltissime cose relative allo stile e/o alla prassi esecutiva.

Non è chiaro se l’opera Andromaca di Leo abbia avuto un librettista quale ruolo che poi si consoliderà con Verdi e Puccini. Al riguardo lei che ne pensa?

In questo caso la scelta di Leo è stata molto oculata e saggia. Il fatto di usare una storia  già pensata per il teatro indubbiamente gli ha facilitato le cose. Mi riferisco al testo di Racine dal quale l’opera è tratta. Avere un testo teatrale come base e non, per esempio, un romanzo è sicuramente un ottimo punto di partenza. Molto più funzionale.

Quali difficoltà ci sono per i cantanti che rappresenteranno l’opera ad Anguillara?

Prima di tutto il fatto di essere all’aperto e quindi di non avere l’acustica di un teatro; poi la scrittura vocale  virtuosistica di molti passaggi della partitura. Ma i ragazzi sono tutti in gamba e supereranno brillantemente questi ostacoli.

L’Andromaca di Anguillara sarà in qualche modo un’opera prima sia per la nuova orchestrazione sia per l’inserimento di testi recitati. Quali caratteristiche avrà?

Sarà più scorrevole.  Il narratore la renderà accessibile ad un pubblico più ampio, anche a quello non necessariamente avvezzo all’opera lirica.

Il Parco Archeologico dell’Acqua Claudia è una location importante. Ne ha tratto ispirazione per riscrivere la nuova orchestrazione?

In realtà no. Penso che, rispetto alla location così prestigiosa ed evocativa, sia la regia ad esserne più  influenzata.

Per informazioni e interviste: 340/5426413

Riceviamo e pubblichiamo

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