Se solo avessimo prestato maggiore attenzione e l’avessimo accolta con un po’ più di umiltà quella ragazzina che ogni venerdì scioperava davanti alla scuola per il cambiamento climatico!

Se avessimo studiato più approfonditamente i dati dell’IPCC, forse ora non ci troveremmo in questa situazione! Ma si sa, l’essere umano difficilmente si muove in modo preventivo.

Piuttosto è quando ha “l’acqua alla gola”, ha vissuto un trauma o una crisi che inizia ad operare dei cambiamenti nel modo di vivere e magari anche nel modo di pensare.

Lo studio del MIT sui limiti allo sviluppo del ‘72 (di cui quest’anno cadono i 50 anni), i Summit sull’ambiente, le COP (siamo alla 26esima) hanno reso consapevole (speriamo) la popolazione mondiale dei problemi ambientali, e di conseguenza sociali ed economici, che attanagliano il pianeta.

Forse, rispetto ai documenti e alle decisioni prese, proprio per la mancanza di vincoli e verifiche sui risultati, gli Stati firmatari non si sono impegnati molto nel raggiungimento degli obiettivi. Tanto c’è tempo! Ecco, la scelta del tempo è importante!

Ora, come dice Greta, non c’è più tempo! Ci troviamo ad affrontare un dilemma: acquistiamo ancora gas e petrolio russo con lo scrupolo di alimentare questa guerra, oppure decidiamo di rifiutarli, mettendo in difficoltà industrie, imprese, la filiera agro-alimentare, i bisogni quotidiani dei cittadini? E allora, andiamo in cerca di altri fornitori, che un giorno potrebbero decidere di chiuderci i rubinetti.

Torniamo al passato: alcuni, come me per età anagrafica, si ricorderanno la crisi energetica degli anni ‘72/73.

Anche quella crisi fu generata da una guerra, e così si arrivò a pensare che il petrolio non potesse essere l’unica fonte energetica da cui far dipendere la produzione economica e la vita delle persone. Quindi, si decise di utilizzare anche il gas.

In questo momento storico, occorre dire no ai combustibili fossili! Ma come si fa a dire no alle società che gestiscono gas e petrolio quando ad esempio diventano sponsor importanti per lo sport, a noi tanto caro?!

Eppure, bisogna trovare questo coraggio. Questo è il tempo giusto! La “transizione ecologica” non si può realizzare dall’oggi al domani, purtroppo, tuttavia occorre portarla avanti con decisione, anzi senza rimanere indietro, poiché prima si raggiunge un’autonomia energetica, prima la nostra società dal punto di vista ambientale, sociale ed economico rifiorirà.

Cosa fare? In Italia abbiamo l’acqua, il sole, il vento, sorgenti geotermiche, possiamo utilizzare i rifiuti. Di quanta energia abbiamo bisogno? Quanta energia possiamo produrre da fonti rinnovabili? Se abbiamo bisogno di importare combustibili fossili, dove facciamo cadere la scelta?

Occorre lavorare insieme, in sinergia, in accordo: conoscere i dati, lavorare sulla tecnologia per migliorarla e aggiornarla continuamente, mettere in atto politiche che aiutino questa transizione, che semplifichino le procedure di realizzazione, occorre una politica che operi oggi, realizzando scelte per il futuro.

E noi, comuni cittadini quanto e cosa siamo disposti a “rinunciare”, per realizzare uno stile di vita più ecologico? Personalmente sono cresciuta accanto ad una centrale; quando ero piccola non era così invasiva come è ora. Ricordo potevo andare in riva al mare a febbraio e mangiare i ricci appena pescati. Ora, la stessa zona di allora è interdetta ai cittadini, poiché vi scaricano il carbone.

Quanta terra ha tolto all’agricoltura, alla macchia mediterranea, agli animali, alle persone! Ricordo il rumore assordante che emetteva la centrale quando mio padre mi diceva “è andata in blocco”. Non capivo e non capisco esattamente cosa voglia dire, ma era un rumore infernale. Mi rifiuto di pensare che un parco eolico possa avere la stessa forza distruttrice di una centrale a carbone, o a gas.

Possono essere costruite centrali, ma che siano solari! Un terreno agricolo può ancora essere utilizzato per l’agricoltura, nonostante abbia pannelli fotovoltaici. Sono fiduciosa, vedo un futuro positivo.

Sicuramente passeremo attraverso sfide importanti, ma avremo un pianeta green, pulito sostenibile, un vita dignitosa e rispettosa degli esseri viventi…se tutti, perlomeno una buona parte, lavoriamo alacremente verso la stessa direzione!

Carla Celani

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