Dal 22 aprile al 22 maggio 2022 Ghê Gaia Terra. Riflessioni sul rapporto tra uomo e ambiente

Venerdì 22 aprile, nella Earth Day (Giornata della Terra), la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia, alle ore 17.00 verrà inaugurata la mostra di arte contemporanea Ghê Gaia Terra | Riflessioni sul rapporto tra Uomo e Ambiente, al Museo delle Mura, a cura di Antonietta Campilongo, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Servizi museali di
Zètema Progetto Cultura.


A seguito del grande successo di Ghê Gaia Terra, ottenuto a novembre del 2021 al Tempio Romanico di San Francesco a Capranica di Viterbo, torna con nuove opere questo progetto espositivo che riflette sul futuro del pianeta e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto Uomo/Natura.

Volere bene alla natura, difendere il mondo in cui viviamo, significa oggi assumersi la responsabilità di qualsiasi scelta, di qualsiasi politica che possa ferire l’ambiente.

Riuscire a fare passi avanti nel rafforzamento di nuove consapevolezze condivise significa, appunto, mostrare la bellezza della Natura, ma, anche, denunciarne gli abusi, stimolare la ricerca, creare dibattito e informazione sui temi ambientali, o semplicemente mostrare arte che con l’ambiente ha legami particolari, richiamando l’attenzione sulla necessità della tutela della natura e della nostra stessa umanità.

La selezione degli artisti contemporanei permette, con le loro opere, di analizzare una serie di differenti visioni sul tema proposto, con tecniche e linguaggi diversi.

L’arte, dunque, riesce ad andare nel profondo, a entrare nelle situazioni e a raccontare quello che
le parole non sempre riescono a fare.

“L’arte, collettivamente pittura, scultura, architettura e musica, è la mediatrice e riconciliatrice di natura e uomo. È il potere di umanizzare la natura, di infondere i pensieri e le passioni dell’uomo in tutto ciò che è l’oggetto della sua contemplazione”. Così scriveva Coleridge qualche anno fa.

C’è un grido di dolore, un grido di aiuto, un urlo di disperazione, che viene dalla nostra Gaia Terra o Ghê come la chiamavano gli antichi greci, che sempre di più, in seguito allo sviluppo industriale, ha subito una crescita enorme dell’uso di risorse non rinnovabili, dello sfruttamento del territorio, della produzione di rifiuti, della creazione di sostanze di sintesi non riciclabili dai processi naturali.

L’uomo diventa così uno dei principali responsabili delle alterazioni all’ambiente. Il mondo dell’arte, che sempre registra e spesso anticipa le tendenze estetiche e culturali, ha dedicato grande attenzione al mondo della natura, mostrando creatività, curiosità e grande capacità propositiva.

Alla genesi dell’arte troviamo un legame profondo tra uomo e natura. Questo legame, all’inizio, si esprime attraverso un segno elementare, il graffito, che risponde a un’esigenza di carattere prodigioso, religioso,
è una sintesi di qualcosa che col tempo si evolverà in qualcosa di più complesso, l’immagine.

L’inquinamento nella storia dell’arte è un racconto visivo che inizia da lontano e continua (purtroppo) fino a oggi. Nei dipinti dell’artista inglese Turner, l’effetto “sporco ma bello” è, forse, la prima testimonianza dell’aria inquinata a contatto con l’industrializzazione.

Fumo e vapore si vedono bene nel quadro di Umberto Boccioni, Officine a Porta Romana, dove all’orizzonte sono raffigurati comignoli industriali sbuffanti che si immettono nel cielo. L’arte, dunque, riesce ad andare nel profondo, a entrare nelle situazioni, a raccontare quello che le parole non sempre riescono a fare.

Ghê Gaia Terra è una mostra di racconti e di atmosfere, di rimandi e di storie in cui lo sguardo è puntato
sull’universo dell’ambiente.

La scelta di intervenire nel dibattito di sensibilizzazione sui temi dell’inquinamento deriva dalla convinzione che un’azione artistica possa contribuire ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza di questa emergenza, da affrontare a livello di una presa di coscienza globale.

Muovendo dalla riflessione artistica si arriva ad indagare una dimensione concreta che si illumina di aspetti antropologici, come realtà dell’uomo in quanto tale, come fatto che riguarda tutti. Obiettivo di questa mostra è quello di avvalersi dell’arte come mezzo per lanciare messaggi aventi ad oggetto tematiche ambientali, ed in particolare il rapporto uomo-natura.

Se per Turner, probabilmente, era soltanto una rappresentazione della realtà visiva, non conoscendo assolutamente il punto in cui saremmo arrivati, gli artisti di oggi, al contrario, producono con desiderio di
denuncia, per manifestare a difesa di un ambiente troppo a lungo violato.

Il tardigrado è il simbolo dell’esposizione poiché, se non invertiamo la tendenza all’inquinamento e al consumo sfrenato, senza pensare ad un corretto recupero e riuso, potrebbe essere il solo a sopravvivere sulla Terra. Noti come “orsi d’acqua”, i tardigradi sono piccole creature famose per la loro resilienza.

Questi invertebrati a otto zampe possono infatti sopravvivere fino a trenta anni senza cibo o acqua e possono resistere a temperature estreme, all’esposizione alle radiazioni e anche al vuoto dello spazio. Questo è l’animale più “indistruttibile” della Terra.


Orario di apertura mostra:

Dal martedì alla domenica ore 9/14
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura – chiuso il primo maggio
www.museodellemuraroma.it – T. 060608 
Ingresso: libero – L’ingresso sarà consentito nel rispetto della vigente normativa sulle
misure di contrasto e contenimento del Covid-19

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