Una chiacchierata con Stefano Darini della ProLoco: “Siamo abbandonati da anni”

Stefano Darini

È stato eletto pochi giorni fa, nel direttivo della Proloco di Tragliatella, Stefano Darini che, rammaricato e anche un po’ alterato, ci ha raccontato la situazione disperata che vive ogni giorno insieme ai suoi concittadini.

Siamo pieni di problemi, non c’è una cosa che vada bene a partire dall’acqua. Non abbiamo acqua potabile nelle nostre case e spesso nemmeno ci arriva.

I tubi che abbiamo sono stati fatti negli anni ’60 e sono in amianto: non si può aprire una quantità elevata d’acqua altrimenti con la pressione i tubi rischierebbero di scoppiare.

Andrebbero rifatti gli impianti ma siamo stati abbandonati dall’Amministrazione Comunale da anni.”

Continua Darini: “Nell’unica scuola che abbiamo in paese, dove si cucina anche, deve venire un‘autobotte tutti i giorni a portare acqua potabile per i nostri ragazzi, altrimenti non potrebbero nemmeno mangiare.

Mancano i punti di aggregazione per giovani e anziani. I ragazzi non sanno dove andare, non chiediamo la luna ma almeno un biliardino per farli giocare, uno spazio.

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E invece? Il nulla totale.

L’unico campo sportivo che abbiamo è lasciato al degrado”.

Ma i problemi riguardano anche viabilità e trasporti: “Non ci sono collegamenti efficienti con i mezzi di trasporto. Per arrivare al Comune di Fiumicino dobbiamo fare più di 50 minuti di macchina, anche per fare un documento”.

Lo sconforto di Darini aumenta, però, quando si tocca il tasto sanità.

“Se vi racconto una cosa non ci crederete: noi non abbiamo uno studio medico!

La dottoressa che abbiamo viene una volta a settimana da Fregene e deve visitare all’aria aperta, sui tavoli come fossimo delle bestie”.

Sembra un racconto di fantascienza ma purtroppo non lo è

Nel corso della chiacchierata Darini si è espresso anche per quanto riguarda tutta una serie di vincoli che riguardano Tragliatella: paesaggistici, ambientali, agricoli, penalizzando ancor di più la località.

Stefano, ha raccolto oltre 700 firme  tra i cittadini e gli agricoltori della zona a nord di Fiumicino per chiedere al Ministero dei Beni Culturali di non mettere vincoli sul territorio.

“Tutte le famiglie che da sempre lavorano e vivono in queste zone sono toccate da un provvedimento paralizzante, ingiusto e che peraltro è stato già bocciato dalla Regione Lazio” ha spiegato Darini, facendo anche riferimento al periodo di crisi scaturito dalla pandemia che ha già messo in ginocchio il settore agricolo.

“Siamo una località che non ha nulla da invidiare alle altre: abbiamo una piazza bellissima da poter riqualificare, paesaggi.

Vorremmo essere considerati cittadini di Fiumicino, perché lo siamo a tutti gli effetti; vorremmo che le nostre problematiche venissero finalmente ascoltate perché sono anni che il Comune chiude gli occhi.

Abbiamo diritto ad essere rispettati e ad essere considerati come tutte le altre zone di Fiumicino.

Ci siamo insediati da poco e speriamo con tutto il cuore di fare qualcosa di buono”.

Infatti sono numerosi i progetti cui Darini vuole dedicarsi con la Pro Loco:

  • la riqualificazione delle strade e della piazza,
  • dare un punto di ritrovo ai giovani e agli anziani,
  • fare in modo che la delegazione di Palidoro diventi efficiente al 100% per permettere anche a chi non è automunito o a chi non ha la possibilità di non dover percorrere 50 km per un certificato o un documento.

“L’intenzione – conclude Stefano Darini – è quella di seguire tutto l’iter burocratico affinché la nostra Pro Loco abbia le carte in regola e possa essere riconosciuta a tutti gli effetti. Così potremo interfacciarci non solo con il Comune, ma con tutti: le istituzioni, Acea, i centri di ogni genere che possano contribuire a darci una mano.  

Visto che questa amministrazione comunale non ha fatto gesti concreti, insieme ai cittadini abbiamo deciso di prendere l’iniziativa per tutelare il nostro futuro e la raccolta delle firme serve a dire “NO” ai vincoli agricoli.

Ma a prescindere da chi vincerà le elezioni, vogliamo essere ascoltati e ricevere l’aiuto che meritiamo.”

O. O.

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