sotto l’Angelo di Castello danza, musica, spettacolo II EDIZIONE
Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo
1° luglio – 25 settembre 2022
15 settembre ore 21:00
Cortile Alessandro VI
TRADIMENTI
di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
regia Michele Sinisi
con Stefano Braschi, Stefania Medri e Michele Sinisi
scene Federico Biancalani
collaborazione artistica Francesco M. Asselta
aiuto regia Nicolò Valandro
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
con il contributo di Next-Laboratorio delle Idee
Sarà in scena il 15 settembre (h. 21,00) presso il Cortile Alessandro VI di Castel Sant’Angelo, nell’ambito
della rassegna “sotto l’Angelo di Castello: danza, musica, spettacolo”, lo spettacolo TRADIMENTI di
Harold Pinter, traduzione Alessandra Serra, regia di Michele Sinisi, con Stefano Braschi, Stefania Medri e
Michele Sinisi.
Tradimenti è la messa in scena dell’omonima opera che il Premio Nobel per la Letteratura Harold Pinter
presentò per la prima volta al pubblico londinese nel 1978.
La storia è quella di una relazione extraconiugale ripercorsa però a ritroso, dalla sua fine fino ai suoi esordi.
Tutto inizia due anni dopo la fine del rapporto e termina prima che esso abbia inizio.
Ma, oltre ai due amanti c’è anche il marito di lei, nonché migliore amico di lui.
Insomma, un triangolo a tutti gli effetti, dalla trama apparentemente semplice e lineare.
Se non fosse che il susseguirsi dei fatti lascia piano piano spazio alla complessità d’animo dei tre personaggi, accomunati da un segreto a volte difficile da portare.
Fondamentale è stato infatti un profondo confronto collettivo rispetto al testo e alle sue possibili interpretazioni. Tradimenti infatti è ricco di elementi di analisi, di spunti di riflessione che tutt’ora possono attivare, nel pubblico, una risposta “potente”.
Bisogna solo cercare nuove prospettive da cui guardare il tradimento, esaminare la complessità di questo tema. Non basta rappresentarlo. Per fare questo ho reso la scenografia co-protagonista, elemento fondamentale infatti a portare fisicamente l’opera davanti allo spettatore creando un ambiente in cui i corpi e le voci possano emergere in tutta la loro forza vitale.
Il rischio di tradire in qualche modo il testo, la voce dell’autore è concreto e vivo ogni volta che si
affronta un’opera, ma tradire, in questo senso, significa elaborare, dare alla voce autoriale uno spazio
nuovo nel quale esprimersi. Io ho deciso di affrontare questa “traduzione” in scena utilizzando come filo
rosso quello del testo, dell’arte.
La professione di gallerista di Emma, quella legata alla scrittura di Jerry e Robert sono gli elementi attraverso i quali il percorso artistico interroga se stesso, nel testo e nella scena.
Ecco questo ho voluto valorizzare, insieme allo studio dei rapporti fra i protagonisti, alle loro relazioni.
Però, come sempre, prestando grande attenzione al pubblico. Il teatro dev’essere divertente e
coinvolgente.