Le famiglie: “Appoggiateci perché siano rese accessibili, qui tutto fermo”

Da Terracina un appello alla Regione Lazio.

A lanciarlo le famiglie di disabili, perché le vicende giudiziarie che hanno travolto il Comune rischiano seriamente di mandare in fumo le loro speranze di risolvere una questione che avevano portato all’attenzione dell’Amministrazione e che forse stava volgendo a una soluzione: la mancanza di spiagge accessibili.

L’agenzia di stampa Dire ha raccolto due voci, due storie, come ce ne sono anche sui social nei gruppi Facebook che da tempo denunciano quanto accaduto e si battono per restituire ai disabili la possibilità di godersi il mare. “Sarebbe bello se la Regione Lazio potesse aiutarci in qualche modo…”.

La storia di Anna e Maurizio
“Mio figlio Maurizio ha 37 anni ed è disabile, ha subito una tracheostomia e la Peg (Percutaneous Endoscopic Gastrostomy). I medici che lo seguono, in particolare i broncopneumologici, mi hanno da sempre consigliato di portarlo al mare per mitigare i suoi problemi respiratori.

Nei tre mesi estivi mio figlio ‘rifiorisce’. La casa estiva che si trova a Terracina e che affitto quando ‘scappiamo’ da Roma è comodissima, perché è situata al piano terra. Le nostre estati sono sempre state liete, ma quest’anno non è così.

Il mare ci è stato negato”. Così mamma Anna racconta alla Dire la storia sua e del figlio.

“Sono 10 anni- continua Anna- che vengo in questa città di mare con gioia perché davanti casa potevo portare Maurizio nello stabilimento attrezzato per disabili, provvisto di pedana che arrivava fino al bagnasciuga e che si snodava in una piattaforma di mattonato con tre o quattro ombrelloni, davvero comoda per noi.

Per un problema di concessioni ora lo stabilimento in questione non esiste più. Non mi sono data per vinta e sono andata a chiedere informazioni al Comune di Terracina e non solo, ma alla fine niente. Mi riduco a fare qualche passeggiata la mattina presto e la sera.

Insomma, è come stare a Roma. Faccio quindi un appello alla Regione Lazio: aiutateci a rendere agibili le spiagge per i nostri figli. La priorità dovrebbero averla le spiagge comunali, ma non è così. Per non parlare degli stabilimenti privati che hanno il simbolo per i disabili all’esterno ma che in realtà sono delle strutture non agibili.

Piuttosto rendono disponibile lo staff a sollevare la carrozzina con tutti i rischi che questo comporta per la persona disabile. Aiutateci invece a fare vivere il mare, per quel che resta di questa stagione estiva, a disabili e anziani con handicap. Date priorità al sociale”, conclude Anna.

Nulla è stato mai semplice: il racconto di Manuela
“Sono la sorella di Giovanni, un ragazzo affetto da disabilità fin dalla nascita. La gestione di mio fratello non è stata mai semplice per i miei genitori che oggi non hanno nemmeno più la forza fisica di un tempo per accudirlo.

Andare al mare qui a Terracina è un’impresa. Prima esisteva una spiaggia abbastanza attrezzata, anche se insufficiente per consentire ai disabili di trascorrere la giornata al mare, oggi però non c’è nemmeno più quella. Come si fa a prendere di peso un ‘ragazzone’ sulla carrozzina?”, dichiara con dolore Manuela (nome di fantasia) all’agenzia Dire.

“Da piccolo riuscivamo a portarlo al mare, ci attrezzavamo come potevamo, ora non riusciamo a sollevarlo più di peso. Nel 2022 è ridicolo che non ci sia una spiaggia balneare attrezzata e pensata per i disabili.

Credo che le istituzioni, e tra queste anche la Regione Lazio, siano informate sulla situazione, anche grazie alle denunce delle associazioni che si battono per questi diritti, direi basilari.

I miei genitori hanno rinunciato a portare Giovanni al mare, saremo io e il mio compagno – una volta in ferie – a portare mio fratello in uno stabilimento privato lontano da casa, proprio in un’altra località di mare, ma almeno dotato di tutto: passerella attrezzata, sedie ‘job’ che consentono di fare il bagno in acqua, lettini con rialzo dalla sedia al lettino, bagni attrezzati e tavoli del bar ad altezza sedia a rotelle. Sarebbe bello poter avere anche nelle altre spiagge, magari comunali, queste possibilità”.

Riceviamo e pubblichiamo

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