La prima, dal titolo “Contemporanea etrusca”, sarà inaugurata il 25 agosto, alle 18, a Palazzo Vitelleschi,
grazie alla preziosa collaborazione con il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (PACT), che apre le
porte del Museo Archeologico Nazionale per ospitare un’installazione di tre pezzi, con cui l’artista rende
omaggio agli Etruschi di Tarquinia, rielaborando in chiave moderna motivi decorativi propri della
produzione locale.
“Contemporanea etrusca” introdurrà la mostra “Ciò che si vede è”, che sarà inaugurata l’8 settembre, alle
18, all’auditorium San Pancrazio.
Nell’esposizione, visitabile fino a domenica 1° ottobre tutti i giorni dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 19
(ingresso libero), Vallesi esprime il senso più intimo della materia, mettendo a nudo la dimensione
scultorea delle forme e le varianti cromatiche degli smalti, allorchè ,con un attento impiego delle luci e delle
immagini ad alta definizione, richiamandosi alla Tuscia, al suo territorio variegato e alle sue risorse
geomorfologiche.
L’iniziativa, possibile grazie al sostegno del Ministero della Cultura (MiC), s’inserisce nell’ambito
del Premio Città di Tarquinia “Luciano Marziano-Vasco Palombini”, la biennale d’arte che la Società
Tarquiniense d’Arte e Storia organizza per valorizzare la produzione ceramica contemporanea, artistica e
artigiana, che, a Tarquinia, affonda le sue radici in pratiche antiche, tanto da essere stata a pieno titolo
accolta nell’Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC).
Al premio, infatti, sono associati eventi espostivi volti a promuovere l’immagine dei maggiori artisti della
Tuscia. Negli anni passati sono state organizzate le personali di Giovanni Calandrini e Marco Ferri.
Ora l’attenzione del sodalizio tarquiniese si è rivolta verso Marco Vallesi, definito dallo stesso Luciano
Marziano “inesausto ricercatore”, per il rapporto primario con i materiali di origine geologica, che lo
hanno portato a risultati di grande risonanza.
Nato a Tarquinia, dove ancora oggi risiede e lavora nel suo atelier di via Giosuè Carducci, Vallesi ha
completato la sua formazione sotto la guida dell’artista cileno Roberto Sebastián Antonio Matta
Echaurren, che è vissuto nella città etrusca dai primi anni Settanta fino alla sua scomparsa nel 2002.
La familiarità con la terra di Tuscia e l’esperienza maturata nel trattamento delle sue risorse, gli hanno
consentito di raggiungere esiti inaspettati, che lo annoverano tra i maggiori protagonisti della produzione
artistica in ceramica nel comune tirrenico.
Riceviamo e pubblichiamo