La consigliera Maura Chegia porta in consiglio una mozione anti Israele; che posizione prenderà il Sindaco?

C’è un curioso filo rosso – o forse dovremmo dire verde, bianco e nero – che collega la carriera politica del sindaco Pietro Tidei tra Civitavecchia e Santa Marinella.
Correva la seconda metà degli anni ’90 quando l’allora primo cittadino civitavecchiese, con gesto solenne e dichiarazioni roboanti, decise di conferire la cittadinanza onoraria a Yasser Arafat.
Parole sue: “Con il riconoscimento della cittadinanza onoraria a Yasser Arafat, la nostra Città è entrata a far parte, coraggiosamente, di un pezzo di storia molto importante”.

Un pezzo di storia, certo, che oggi rischia di venire cancellato per opportunismo. Passano i decenni, cambiano le poltrone, ma i nodi – o meglio i simboli – restano.
E oggi, al consiglio comunale di Santa Marinella, si torna a parlare di Palestina.
Non per iniziativa del sindaco però, ma della consigliera di maggioranza Maura Chegia, già nota per la sua idea di ospitare la dottoressa palestinese sopravvissuta a una tragedia familiare, e oggi pronta a proporre la rimozione dei farmaci israeliani dagli scaffali delle farmacie comunali.

Una mozione che promette scintille, polemiche e divisioni.
E qui sorge la domanda inevitabile: dov’è finito lo slancio “coraggioso” del sindaco Tidei?
Possibile che colui che negli anni ’90 volle legare il nome di Civitavecchia al leader dell’OLP, oggi scelga la via della prudenza e del silenzio?

Forse il coraggio giovanile si è dissolto tra gli anni, sostituito da una cauta diplomazia da balneazione,
attenta a non disturbare troppo i villeggianti con la kippah che affollano il litorale estivo di Santa Marinella.
Sarebbe un bel segnale – e anche un bel ritorno alle origini – se Tidei decidesse di appoggiare apertamente la mozione della Chegia,
dimostrando che la sua vicinanza “storica” al popolo palestinese non era solo un esercizio di retorica da sala consiliare anni ’90, ma un orientamento politico autentico e coerente.

Altrimenti, resterà il dubbio: a Civitavecchia si poteva parlare di Arafat perché faceva curriculum, a Santa Marinella invece si tace per non turbare la stagione turistica.
Chissà se anche questo, un giorno, sarà ricordato come “un pezzo di storia molto importante”.
Corrado Orfini
