FOSCO
Storia de nu matto
Di e Con Peppe Fonzo
Musiche in scena Flavio Feleppa
GIOVEDI 30 MARZO 2023 ORE 21

TEATRO MARCONI
Viale G. Marconi 698/E

Uno spettacolo ispirato a “lu Frasulino”, brano dialettale assolutamente sconosciuto di Domenico Modugno, che mescola la narrazione teatrale a momenti musicali e altri cavalli di battaglia del cantautore salentino (Lu Salinaro, Sciccareddu ‘mbriaco, La sveglietta), scavando nella tradizione popolare dell’entroterra meridionale.

“Fosco lu matto” è un personaggio ai margini, il pazzo/buffone che tutti deridono, insultato e bastonato, un disadattato che brucia solitudine.

Prima era uno come gli altri, con un lavoro, una casa, una vita monotona e integrata nella comunità, ma un giorno impazzisce e diventa “lu scemo de lu pese” e nessuno si chiede il perché anzi, pare che per tutti sia meglio così…

Sullo sfondo le immagini di un paesino del sud non meglio identificato, un contesto in cui la durezza della vita e la difficoltà dell’ignoranza danno corpo alla storia de “nu povero cristo”.  

È un lavoro dedicato ad un mio pro zio: Peppe Lu Negus, lu scemo di Casalbore, paese di mia madre arroccato su una montagna ai confini entroterra Sannita-Irpino ai confini con la Puglia, luogo al quale si ispirano ambientazioni, episodi e inflessione dialettale.

Peppe Lu Negus era un inavvicinabile, che viveva con il suo asino a cui solo rivolgeva la parola. Quando mi raccontavano di lui, sentivo un profondo senso di misericordia misto ad ammirazione: un uomo isolato che sceglieva l’isolamento mentale e fisico per sfuggire alla desolazione del nulla geografico.

Cosa pensava? Che vita aveva fatto prima di diventare Lu Negus? Era davvero “pazzo”? O semplicemente interpretava un ruolo? Chissà… – Peppe Fonzo

Lo spettacolo, vincitore delle categorie Miglior Spettacolo, Miglior Testo, Miglior Attore, Miglior Spettacolo a Valenza Sociale al Festival Teatramm’ 2022, entra di diritto nella programmazione del Teatro Marconi.

…è un monologo d’Indubbia bellezza. Costruito sul tessuto di una lingua ricca di dialettismi, fin dall’inizio prende le distanze dal folclore per avvicinarsi piuttosto agli stilemi dell’antropologia culturale.

Il testo racconta, con disinvolta padronanza dei ritmi drammaturgici, la storia di una follia paesana, che travalica gli angusti limiti provinciali per coinvolgere tutti coloro che albergano nel cuore i possibili destini dell’umanità.

Manlio Santanelli (Drammaturgo) Si mette in scena, in un connubio di musica e parole, un “cunto” alla vecchia maniera; di un uomo che sembra essere uscito dalle pagine di un racconto verista. Un tuffo nel passato di un tempo che fu e che riesce a stupire nella sua semplicità Eroica Fenice

Info e prenotazioni 06.59.43.554 info@teatromarconi.it Biglietti Intero 16,00 Ridotto 13,00

Riceviamo e pubblichiamo

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