Roma, lo sport è una medicina contro la cannabis

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Sport vs cannabis, da Mancini a Malagò in tanti hanno partecipato a evento al Circolo Canottieri Aniene

Il Circolo Canottieri Aniene è stato teatro dell’incontro dal titolo ‘Sport vs cannabis: quando, come, a chi divulgare il messaggio della scienza‘, organizzato dal Gruppo di lavoro per la prevenzione dei danni causati da cannabis nei giovani, istituito presso l’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e Odontoitari.

Moderato dalla giornalista scientifica Manuela Lucchini e dal giornalista di Rai Sport, Jacopo Volpi, all’evento hanno preso parte importanti ospiti del mondo delle istituzioni, della cultura, dello sport e del cinema.

Al centro dell’incontro divulgativo con formula simile a un talk show, l‘importanza dello sport nella prevenzione dei danni causati sulla salute mentale dei giovani e dei giovanissimi dall’uso di cannabis e la divulgazione del messaggio scientifico tramite lo strumento della ‘peer education’, ovvero l’educazione tra pari.

Ha spiegato il consigliere allo sport, Andrea Pignoli

‘Sul territorio rappresentiamo una realtà importante e lo dicono I numeri, davvero impressionanti: tra le rappresentanze che abbiamo qui di nuoto, canoa, padel, tennis e canotaggio, sono circa 2.500 gli iscritti alle scuole di sport. È un impegno importante che assolviamo con grandissimo piacere’.

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Pignoli si è soffermato sulla sensiblità dei macchinari che oggi ha a disposizione l’antidoping per accertarsi che tutti gareggino nelle stesse condizioni. ‘La macchina che rileva che l’atleta è dopato, reagisce a mezzo nanogrammo. Il nanogrammo è un miliardesimo del grammo’.

Rendendo noto che ‘dal 1932 ad oggi abbiamo portato circa 107 atleti alle Olimpiadi‘, Pignoli ha poi affermato che ‘per intercettare oggi i ragazzi, bisogna andare nelle scuole medie inferiori, a 10 anni. Se le società sportive non promuovono lo sport in quelle fasce di età, è difficile che un ragazzo o una ragazza a una età più avanzata, l’inizio delle medie superiori, verso i 14 anni, possa iniziare a fare sport’.

L’incontro è poi entrato nel vivo quando a prendere la parola è stato il professor Antonio Bolognese.

‘A fine 2021, inizio 2022- ha detto- si parlava di legalizzazione della cannabis. Lo facevano esponenti del mondo della politica, del mondo legale e opinionisti ma era assente la voce della scienza: nessun medico era infatti stato convocato per dire quello che la cannabis determina sul cervello dei giovani, soprattutto dei giovani ragazzi.

Un gruppo di persone mi ha così sollecitato ad istituire un Gruppo di lavoro spontaneo formato da esperti, medici e non solo, per stilare un documento inoppugnabile da un punto di vista scientifico sui danni che la cannabis determina sul cervello umano e che poi, successivamente, divulgasse questi risultati ottenuti all’interno delle scuole e dei centri sportivi, direttamente ai giovani. A tal proposito, il 5 maggio del 2022 l’Ordine dei Medici ha accettato e ha voluto creare una Commissione ad hoc.

Chi ha creduto fortemente in questo Gruppo è il vicepresidente dell’Omceo Roma, Stefano De Lillo.

‘Il 10 ottobre due giovani turiste belghe vengono travolte da un pirata della strada sotto effetto di cannabis e alcol. Il 20 ottobre qui a Roma, sulla via Cristoforo Colombo, un ragazzo viene travolto e ucciso da una ragazza sotto effetto di cannabis e alcol: penso che basterebbero questi due episodi per farci comprendere come il problema non possa essere di qualcun altro, un problema che non ci riguarda e che non ci possa coinvolgere.

L’Ordine dei Medici, grazie ad Antonio Bolognese e al presidente, Antonio Magi ha voluto creare una Commissione, aperte al mondo dei giornalisti, della cultura e di chi ha esperienza legale, con l’intento di fornire un parere scientifico per far cadere soprattutto alcuni falsi miti, spiegare i danni di queste sostanze che, nel 20% dei casi degli utilizzatori danno psicosi, schizofrenia e tutta una serie di gravissime conseguenze’.

Ma in quale modo un genitore o un allenatore possono accorgersi che c’è qualcosa che non va in un ragazzo?

Lo psichiatra Giuseppe Bersani ha risposto che

‘bisogna fare attenzione al cambiamento, discernendo da quello fisiologico del passaggio all’età adolescenziale da quello che, invece, è un cambiamento esogeno, dovuto all’assunzione di sostanze, in particolare della cannabis. Avviene un cambiamento delle relazioni, una sorta di isolamento sociale, non ci si confida più con i coetanei e si perde l’applicazione e l’interesse allo studio e il relativo rendimento’.

La cannabis interferisce potentemente con le capacità cognitive, con la memoria, con l’apprendimento, con l’attenzione e con la concentrazione.

Il mio consiglio è di non sottovalutare nè gli effetti della cannabis, nè i primi sintomi: se un ragazzo cambia, non deve essere sottovalutato’.

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