L’attività prende le mosse dalla denuncia sporta dalla giovane vittima, dipendente di una importante
società multinazionale di consulenza, che il 13 novembre scorso si era rivolta alla Polizia Postale di Roma
per denunciare una serie di episodi allarmanti.
Ad un primo recapito presso la propria abitazione di un mazzo di fiori da parte di un ammiratore
sconosciuto, erano seguite infatti condotte che avevano ingenerato in lei uno stato di profonda
agitazione, tanto da indurla a cambiare le proprie abitudini di vita e pensare di rivolgersi ai servizi
sociosanitari per un’assistenza psicologica.
Riceveva infatti sulla mail aziendale una missiva anonima con allegata una sua foto tratta dal profilo Instagram della donna.
Verso la fine di novembre l’allarme generato da tali episodi si dimostrava fondato con la ricezione di due mail con contenuti gravemente minatori: “LA TUA FINE E’ VICINA” e “PENSATI MORTA”, Le missive provenivano apparentemente dalla stessa vittima presentando nell’indirizzo il nome e cognome della ragazza, ma con un dominio estero che garantisce l’anonimato.
Tutti gli accertamenti investigativi condotti dagli agenti del C.O.S.C. Lazio non consentivano inizialmente
di identificare il reale autore di tali comportamenti, che dimostrava una notevole abilità nel cancellare le
proprie tracce informatiche.
La svolta nelle indagini alla vigilia del capodanno, quando la donna denunciava un episodio analogo a
quello iniziale, ovvero l’acquisto su di un noto portale online di un anello in oro e brillanti di notevole
valore fattole recapitare alla propria abitazione la sera del 28 dicembre.
Considerando il profilo criminale dell’autore degli atti persecutori, evidentemente allarmanti per
l’incolumità della vittima, veniva richiesto di urgenza un decreto di perquisizione anche informatica che,
tempestivamente emesso dall’Autorità procedente della locale Procura di Roma, veniva eseguito con esito
positivo, rinvenendo tracce dell’attività illecita idonee ad attribuire responsabilità penali a carico
dell’uomo.
Si rappresenta ad ogni modo che il presente procedimento penale è ancora in fase di indagini preliminari
e che il soggetto arrestato deve ritenersi non colpevole sino alla condanna definitiva, nonostante sia stato
convalidato l’arresto ed il G.I.P. abbia disposto la misura dei domiciliari con l’obbligo di braccialetto
elettronico.
La Polizia di Stato ricorda in ogni caso che bisogna sempre trovare il coraggio di rivolgersi alle
competenti autorità per chiedere il necessario supporto personale e psicologico, al fine di scongiurare
rischi più grandi per la propria incolumità, utilizzando anche le informazioni dedicate per questa
fenomenologia di reato e presenti sul portale del Commissariato di P.S. online raggiungibile
a1l’indirizzo: www.commissariatodips.it.
Riceviamo e pubblichiamo