Intervengo solo ora sul biodigestore a Monna Felicita perché credo che questioni importanti come queste abbiano bisogno di un ragionamento articolato e di un inquadramento preciso nella politica di gestione dei rifiuti che vada oltre le dichiarazioni tese esclusivamente ad accaparrare qualche like.
La questione chiusura del ciclo dei rifiuti è ampia e articolata e merita una discussione chiara e schietta, senza pregiudizi ideologici, nella logica della tutela e salvaguardia ambientale ma anche della efficienza ed economicità.
La nostra Regione, per ragioni varie e per la presenza di Roma con tutte le sue problematiche, si trova ancora in una situazione di inadeguatezza impiantistica per il raggiungimento degli obiettivi di autosufficienza.
Allo stesso tempo, però, quello di Monna Felicita non rappresenta a mio avviso un impianto che possa definirsi integrato e funzionale alle esigenze del territorio. Una taglia come quella proposta è chiaramente sovradimensionata rispetto alle esigenze di Civitavecchia e territori limitrofi e non appare in alcun modo giustificata.
Voglio essere molto chiara e diretta senza sottrarmi alle mie responsabilità di consigliera. I consiglieri regionali non hanno alcun titolo per intervenire nel merito del procedimento autorizzativo, eventualmente bloccando l’autorizzazione dell’impianto.
Le autorizzazioni vengono rilasciate dai dirigenti a conclusione della conferenza dei servizi, dopo aver acquisito tutti i pareri di competenza.