Iannarelli (Fdl): ‘’La Regione Lazio respinge i tentativi della sinistra di introdurre le procedure del suicidio assistito

<< Abbiamo respinto in punta di diritto i tentativi della sinistra di introdurre nel Lazio, come in sempre più regioni, le procedure del suicidio assistito.

Una proposta di legge fotocopia promossa dall’associazione Luca Coscioni basata, su un’interpretazione giuridica errata di una sentenza della Consulta che, di fatto, pur escludendo la punibilità per il medico che aiuti un paziente a morire in caso di specifiche e limitate condizioni, non crea alcun obbligo per i medici a prestare questo tipo di assistenza e non sancisce alcun diritto a ottenere dalla sanità regionale procedure di suicidio medicalmente assistito.

Infondata è anche la tesi che le regioni possano legiferare su temi così delicati e complessi, che riguardano il diritto penale, di esclusiva competenza statale.

Esattamente come stabilito dall’articolo 117 della Costituzione e come ribadito dalla stessa Avvocatura di Stato interpellata da altre regioni.

Le regioni dunque non hanno alcuna competenza sul fine vita,  essendo materia che incide a livello penale.

La legislazione attuale, non riconosce quindi un “diritto” al suicidio assistito ed è necessaria la delicatezza nelle tematiche fondamentali che riguardano la vita e la morte, richiedendo accurate riflessioni e valutazioni, evitando pressioni indebite che mettono a rischio il benessere delle persone e la stessa coesione sociale.

La stessa Costituzione pone sempre il diritto alla vita come prevalente nel bilanciamento con gli altri diritti. 

La Regione Lazio è pienamente consapevole dell’importanza di garantire ai malati l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, considerate dall’OMS diritto umano universale.

Di fronte al dolore, il nostro compito più urgente è quello di lavorare per un sistema sanitario che metta al centro la persona.

Investendo così nelle cure e nel sostegno umano, psicologico e medico e accompagnando  la vita fragile e malata con dignità e compassione.

Allo stesso tempo occorre valutare i rischi di una pericolosa deriva culturale che, dietro l’apparente libertà di scelta, di fatto abbandona le categorie più deboli dimenticando che è necessario sempre e comunque tutelare la vita, senza permettere che prevalga la logica della rinuncia e dello scarto. >>

Così in una nota la consigliera di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio, Chiara Iannarelli.

Responsabile del dipartimento Famiglia e Valori non negoziabili di Fratelli d’Italia di Roma.

Comunicato stampa

Riceviamo e pubblichiamo

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