Così il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca

«Sulla facciata della biblioteca di archeologia e storia dell’arte, a Via Portico d’Ottavia, una lapide ricorda che “qui ebbe inizio la spietata caccia agli ebrei”.

Fu un sabato nero e tragico, quello del 16 ottobre di 80 anni fa. Fin dalle prime luci dell’alba i tedeschi

circondarono non soltanto il Ghetto, ma molte altre zone di Roma: Trastevere, Testaccio, Monteverde,

Trieste, Montesacro.

Oltre 1000 persone tra cui donne, uomini e 200 bambini, furono privati delle loro libertà, strappati

dalle loro case e lacerati nei loro affetti, colpiti nella dignità.

Arrestati e trattenuti nel Collegio Militare a Via della Lungara, furono ammassati su alcuni treni in

direzione dell’inferno quello di Auschwitz-Birkenau: si salvarono 15 uomini, una sola donna e nessun

bambino.

Abbiamo il dovere di coltivare la memoria perché è in grado di tenerci al riparo da derive razziste,

violente e antisemite.

Esprimo, a nome della Giunta regionale, la vicinanza e l’amicizia alla Comunità Ebraica romana e laziale,

nel giorno della commemorazione che ci vede tutti uniti nel condannare qualsiasi forma di odio».

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in occasione

dell’ottantesimo anniversario della deportazione degli ebrei romani.

Riceviamo e pubblichiamo

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