Palconews. “Il grande inganno

la cena di Vermeer” al Teatro Marconi dal 7 al 17 marzo

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2024-03-01 | 10:35h
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2024-03-01 | 10:35h
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IL GRANDE INGANNO – LA CENA DI VERMEER

di MARIA LETIZIA COMPATANGELO
TEATRO MARCONI
Viale Guglielmo Marconi 698/E
DA GIOVEDI 7 A DOMENICA 17 MARZO 2024
Regia – FELICE DELLA CORTE

Con FELICE DELLA CORTE, MARIO SCALETTA, TIZIANA SENSI,

CATERINA GRAMAGLIA, PAOLO GASPARINI

Costumi – LUCIA MIRABILE, Tecnico luci e fonica – ANDREA GORACCI

Grafica Mdesign Studio

La Cena di Vermeer è la storia di Han van Meegeren, l’uomo che nel 1945, da infame accusato di collaborazionismo, si ritrovò all’improvviso trasformato in eroe nazionale.

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Obbligato a diventare falsario per sopravvivere, Han sceglie Vermeer. Ma va oltre e non riesce più a fermarsi. Lui non “falsifica” Vermeer, lui diventa Vermeer… Crea dei nuovi originali, riconosciuti e venerati nei musei come opera del grande maestro di Delft. E quando alla fine accetterà di parlare per salvarsi la vita, non sarà creduto e dovrà combattere per farsi giudicare colpevole.

Alto, dinoccolato, con la chioma fluente e l’eterna sigaretta all’angolo della bocca, Han era bugiardo, bevitore, imbroglione, arrogante, donnaiolo, scialaquatore…ma con una luce gentile negli occhi che lo illuminava quando parlava del più grande amore della sua vita: la pittura di Jan Vermeer.

L’opera affronta il rapporto tra verità e apparenza e tra identità e verità dell’artista, raccontando attraverso l’ironia e il sarcastico amore di Han per l’arte, anche la sofferenza che questa procura quando il talento non è riconosciuto.

Come in un borgesiano gioco di specchi, in questo testo si confrontano e si contaminano apparenti verità e vere apparenze. È un giallo in cui i ruoli del detective e dell’assassino si invertono, ma alla fine è legittimo sospettare che siano entrambi una sola entità: la vita.

Il lavoro sulla regia è diretto sul mettere l’accento sulla relatività delle cose insito nella vita, che è il file rouge di questa storia. Il racconto di un uomo che non riesce a realizzarsi come pittore ma diventa un perfetto imitatore dello stile del celebre pittore olandese Vermeer ed infine deve dimostrare davanti ad un tribunale di essere un falsario, fa riflettere lo spettatore sul dualismo di ciò che è e di quello che appare. – Felice Della Corte

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