Comunicato stampa a risposta delle parole del Sindaco: “Mai parlato di bando pilotato e di favoritismo”
<<In risposta alla nostra istanza di revoca in autotutela e ai successivi comunicati stampa sul tema dell’avviso pubblico di Capodanno, il sindaco Grando ha scritto una replica in cui parla di “illazioni” e di un “presunto favoritismo nella procedura”,
arrivando addirittura a ipotizzare che la nostra attività di vigilanza configuri il reato di diffamazione e che avrebbe leso l’immagine dell’Ente e dei funzionari che vi lavorano.

Si tratta di affermazioni totalmente infondate.
Non abbiamo mai parlato di bando “pilotato”, né utilizzato la parola “favoritismo”.
Abbiamo semplicemente analizzato – sul piano formale e amministrativo – una procedura di selezione che, per i requisiti restrittivi e i criteri di valutazione con cui è stata impostata, rischiava di produrre un esito estremamente prevedibile.

Così prevedibile che abbiamo anticipato con esattezza chi avrebbe vinto e così è stato.
Se avessimo ravvisato un’ipotesi di reato, avremmo presentato denuncia agli organi competenti e non avremmo presentato un’istanza di revoca in autotutela, che opera su un piano amministrativo.
Attraverso quest’istanza, strumento di collaborazione istituzionale volto a evitare errori amministrativi e a tutelare proprio l’Ente e i funzionari competenti,
abbiamo motivato nel dettaglio le nostre preoccupazioni e rilievi sull’uso improprio di un regolamento comunale dedicato agli enti del terzo settore in luogo di una gara di appalto di servizi per assegnare 400 mila euro di denaro pubblico.

Questa attività è stata svolta nel pieno rispetto del nostro ruolo di rappresentanti della cittadinanza, così come è nostro compito informare la comunità di quanto accade all’interno della macchina comunale.
Per questo motivo, se il sindaco ritiene davvero che quanto abbiamo scritto sia falso, privo di riscontri oggettivi o tale da configurare un reato, lo invitiamo formalmente a querelarci.
Altrimenti, la smetta di tentare di intimidirci: non funzionerà.

Il sindaco ha poi sostenuto che “la partecipazione di tre proposte” dimostrerebbe apertura e concorrenza.
Falso anche questo.
Di tre proposte, una è stata esclusa proprio perché priva dei requisiti soggettivi disegnati nel bando: proveniva da una società con sede a Roma, e non da un ente del terzo settore avente sede o attività operativa a Ladispoli nell’ultimo anno.
Restano quindi due reali partecipanti per un contributo di 400.000 euro.

Se questa è concorrenza, siamo davvero messi male.
Rispetto all’insinuazione su interessi diretti di soggetti a noi vicini, è anch’essa falsa.
Nessuno dei firmatari dell’istanza di annullamento in autotela del bando e nessun esponente delle forze politiche che hanno firmato i successivi comunicati congiunti ha presentato offerte o collaborato in alcun modo con l’altra associazione partecipante.
Anche perché sarebbe un controsenso investire tempo e denaro nella presentazione di un progetto e nello stesso tempo fare una battaglia affinché il bando venga annullato.

Sul piano politico la questione è chiara: la nostra battaglia non è contro chi partecipa, perché chiunque ha il diritto di farlo.
La nostra battaglia è per l’interesse dei cittadini di Ladispoli, che meritano il miglior servizio possibile.
E il miglior servizio si ottiene con una vera gara pubblica, aperta a tutti gli operatori professionali del settore eventi.
Operatori che non potevano partecipare, visti i criteri adottati nel bando, di cui criticavamo la legittimità.

Meno concorrenza significa rinunciare alla qualità, ma anche alla possibilità di spendere meno a parità di servizio.
E noi non accetteremo mai che una scelta politica restrittiva comprometta la qualità e l’economicità di servizi pagati con i soldi dei cittadini.
Per questo continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto: analizzare gli atti, segnalare le criticità, difendere l’interesse pubblico. Senza farci intimidire da nessuno.>>
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Riceviamo e pubblichiamo

