Avremmo suggerito “Il club delle motoseghe”!

“Gli Stati Generali del Verde” , chi avrà deciso di intitolare così il variopinto raduno di relatori promosso da Sabrina Alfonsi , assessore all’ambiente e ciclo dei rifiuti (connubio inquietante) del Comune di Roma il Venerdì 24 ottobre ?

Un titolo altisonante ma ahimé poco democratico , piuttosto legato all’ assolutismo di origine feudale. Storicamente gli ” Stati Generali ” si ricordano come assemblea “cetuale” del Regno di Francia.

Che il potere dia alla testa si sa, ma persino gli Stati Generali del XVIII Secolo prevedevano la stesura dei famosi cahier des doleances, nei quali i tre stati potevano esprimere, ognuno in un diverso speciale fascicolo, le loro lamentele e i loro desideri presso il re.

In questi Stati Generali del Verde alla Protomoteca , invece, è improbabile che i relatori , rappresentanti dei ” ceti” del verde

(CREA, ORDINE DEGLI AGRONOMI, ma anche ISPRA, CNR, Soprintendenza di Stato, ” La Sapienza”, Sovrintendenza Capitolina, ACOS etc ), espongano qualche lamentela o critica al plenipotenziario Gualtieri.

E con loro la pletora di tecnici, titolari delle ditte vincitrici degli appalti , architetti del Comune, consiglieri e professori prestati al prezioso patrimonio botanico di Roma, che partecipano a questa kermesse , insieme ai giornalisti.

Con due grandi assenti: i giardinieri e i cittadini amanti della Natura e difensori degli alberi.

D’altronde andò così nel 2023. Come si dice a Roma, se la cantarono e se la suonarono, mentre già infuriavano le motoseghe sui migliori alberi di Roma e il seguito fu cronaca nera.

Insomma il primo appuntamento degli Stati Generali del Verde , diciamolo toccando legno , non portò bene .

Da allora decine di migliaia di alberi vennero tagliati a malo modo ( non solo abbattimenti, ma le illegali perché nocive capitozzature ), ” vittime di tagli ingiusti ” come si leggeva sugli striscioni delle numerose manifestazioni promosse dai cittadini.

Nessun Municipio è stato risparmiato in questi anni , senza trasparenza, senza controllo, come è stato evidenziato nelle commissioni municipali e capitoline.

Un bilancio arboreo che ancora attende giustizia nei numeri reali e ufficiali , perché da che erano quasi 18.000 gli alberi abbattuti dal 2021 al 2023 (cifre ufficiali ACOS),

diventarono magicamente solo 13 000 questa primavera per bocca della stessa assessore , per poi tornare a essere 21.000 la scorsa settimana in una commissione ambiente. Ma ormai la stampa amica aveva già diffuso altri numeri.

Tutto questo senza contare il Municipio X , di cui a tutt’oggi non sono pervenuti dati ufficiali sugli abbattimenti , sui soldi spesi per le motoseghe e sulle cosiddette riforestazioni con nuovi alberi .

Per questo disastro ambientale sono state richieste le dimissioni dell’ assessore al verde Valentina Prodon dall’associazione cittadina Giustizia per Ostia.

Il Servizio Giardini senza giardinieri capaci , assunti per prendersi cura del patrimonio arboreo di Roma ( che però nella locandina degli Stati viene definito sinistramente Capitale Naturale di Roma ) è diventato così un ” Sevizio Giardini” .

I cittadini invece , messi per ultimi negli ” Stati Generali” del 2023 ( ma almeno ufficialmente rappresentati da Giorgio Osti del Coordinamento del Regolamento del Verde) , in questi del 2025 non hanno parola né rappresentazione .

Gli è stato solamente concesso di inviare le loro domande al mitico indirizzo e-mail dell’assessorato del Dipartimento Ambiente , che di solito non risponde mai ai cittadini. Entro il 21 ottobre però , attenzione .

Sappiamo che le domande inviate vertono sulle implicazioni disastrose di un indirizzo politico (messo in atto finora) che negli alberi, invece che un patrimonio da difendere e conservare,

vede un problema ( molto remunerativo per le ditte esternalizzate) da eliminare . Sempre più cittadini pregano che questo incubo finisca.

Il Sottotitolo di questa passerella del verde promette di ” raccontare il cambiamento” , ma lo stravolgimento del volto verde di numerosi luoghi iconici di Roma,

dal Mausoleo di Augusto al Colosseo , a Piazza Pia, a Piazza dei Cinquecento, a San Giovanni, per non parlare dei parchi storici , Villa Ada , Villa Glori , Villa Borghese ,

fino ai polmoni verdi delle periferie, non è un cambiamento di cui andare fieri. Meglio la narrativa virtuale ad uso e consumo dei followers e dei cittadini che preferiscono chiudere gli occhi.

Jacopa Stinchelli. TalkCity.it Redazione

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