«Verrà, comunque, forse un giorno in cui saremo tanto avanzati, così illuminati, da poter osservare con indifferenza lo spettacolo brutale, cinico, crudele, che ci propone l’esistenza. Allora avremo disinnescato gli strumenti inferiori ed inattendibili di pensiero detti sentimenti, divenuti superflui e nocivi per la maturazione dello strumento di giudizio.»
August Strindberg – Prefazione
“Quando lo spazio è troppo piccolo fai l’amore con chi c’è, con l’ultimo uomo sulla terra, lo contendi con l’altra donna, cerchi di sedurlo sapendo già che tra pochi attimi lo odierai.
Quando lo spazio è troppo piccolo se qualcuno sale sopra le nostre teste ci sembra che quello sia il Dio, un Conte gigantesco pronto a calpestare noi microbi con i suoi stivali fatti di fango, in un sadico tip-tap.
Lo spazio pulito si sporca del nostro corpo. لعبة القمار بوكر
L’angolo di una stanza di una casa di una provincia, soffocante, un micro mondo dove nessuno sceglie niente e si entra nel corpo dell’altro per occupare meno spazio possibile.”
Continuo la mia ricerca sui confini autoimposti dalla mia generazione, dopo Spettri, Zoo di Vetro, Casa di Bernarda Alba, La Città Morta, Fedra consapevole che il concetto di lockdown ora interroga lo spettatore quotidianamente sui limiti fisici e mentali della nostra esistenza.