Rubrica settimanale di Politica Nazionale a cura di Micaela Taroni

Se la politica è un teatro non è un caso che i comici la facciano da padrone.

Alle elezioni presidenziali in Austria settimana scorsa Dominik Wlazny, già cabarettista e musicista rock, ha ottenuto il terzo posto diventando uno dei personaggi più influenti del suo paese. Il suo “partito della birra”, un movimento satirico antisistema, ha ottenuto l’otto per cento dei voti.

I precedenti di comici di successo votati alla politica non mancano, dal re del “vaffa” Beppe Grillo al presidente ucraino Zelensky.

E poi ci sono i politici dalla spiccata vena comica, di cui fa di diritto parte anche il neoeletto presidente del senato, Ignazio La Russa, l’ex missino di lungo corso divenuto personaggio anche grazie alle imitazioni di Fiorello con gli occhi strabuzzati e l’inconfondibile voce roca.

E personaggio La Russa lo è sicuramente anche per le sue insolite passioni a cominciare dalla sua collezione di busti di Benito Mussolini in salotto, la predilezione per i libri di fantascienza (ne ha tantissimi) e per i pastori tedeschi. La leggenda narra che uno di questi suoi cani in passato “abbaiasse ai compagni”.

Aiutato dallo sguardo fiammeggiante, dalla barba mefistofelica e dall’inconfondibile accento siciliano che decenni di vita a Milano non ha annacquato, La Russa è da sempre un protagonista di salotti e talk show, tanto che già una decina d’anni fa il produttore De Laurentis gli chiese di interpretare se stesso in un cinepanettone.

La verve esibizionista non deve però trarre in inganno: guai considerare il fratello d’Italia come una macchietta. Perchè Ignazio Benito Maria è da 50 anni è uno dei protagonisti della politica italiana.

Tra i veterani del parlamento con nove legislature alle spalle La Russa arriva alla presidenza del senato al culmine di mezzo secolo di vita politica spesa nella destra italiana in tutte le sue declinazioni: dal Fronte della gioventù, al Msi, poi ad Alleanza nazionale con la svolta di Fiuggi, fino alla fondazione di Fratelli d’Italia come fedelissimo di Giorgia Meloni.

La sua esperienza di politico di lungo corso fedelissimo alla destra, La Russa l’ha dimostrata pienamente con il suo equilibrato discorso d’insediamento, in cui ha tolto l’abito del militante di partito per vestire quello delle istituzioni.

Ha scelto riferimenti bipartisan, facendo anche i nomi di alcuni attivisti di destra e di sinistra assassinati negli anni di piombo.

Da politico scafato, La Russa ha insomma scelto l’imparzialità. Vedremo ora se riuscirà davvero a togliersi la maschera dell’istrione per mettere quella del compassato uomo del parlamento. Per un politico navigato del suo calibro non dovrebbe essere una missione impossibile.

Del resto, il trasformismo è un’arte che i politici di professione maneggiano con maestria. Non per niente già Cicerone metteva sullo stesso piano i membri del senato romano e gli attori sul palcoscenico.

Micaela Taroni

Micaela Taroni (Stampa Estera)

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