Il contante… quell’oscuro oggetto del desiderio
Mentre una certa parte politica ce lo presenta come sterco del diavolo e causa di incancreniti problemi nazionali tipo evasione e sommerso, si scopre che i bigliettoni, meglio se di grosso taglio, sono altamente ambiti proprio tra alcuni esponenti di quella sinistra che ha fatto della lotta al contante la sua bandiera.
Altro che cashless: pare che le mazzette dal Katar e Marocco fluissero direttamente nelle tasche di alcuni politici nostrani in banconote incelofanate, praticissime per essere nascoste in intercapedini e armadi. Perchè si sa, in tempi incerti il denaro sotto il materasso infonde un impareggiabile senso di sicurezza, altro che bitcoin e criptovalute.
Tanto basta per scatenare infinite diatribe, perchè come sempre in Italia, paese di guelfi e ghibellini, di don Camillo e Peppone, anche sul contante si creano schieramenti ideologici e opposte fazioni. Da un lato i fautori del libero contante in libero stato, allergici ai pos e felici di prelevare al bancomat.
E dall’altro i cultori del portafoglio virtuale che inneggiano a società ultramoderne e veloci, dove perfino l’elemosina si fa con il Pos, altro che bollare chi paga il caffè con la carta “un rompiballe” come fa quel retrogrado di Salvini.
Magari immaginando un’utopica società post-capitalista in cui il denaro non governerà più il mondo, in cui il cittadino non sarà più un mero lavoratore, consumatore e contribuente, in cui scambi non più mediati dal dio quattrino e la condivisione gratuita dei beni saranno il vivere quotidiano di un’umanità più armoniosa e felice.
Fantasie? Forse, ma in fondo è quasi Natale e sognare, almeno per ora, è gratis.
Micaela Taroni