Pini, lecci, castagni: specie pregiate trattate come scarti
Roma si è svegliata oggi con un nuovo, pesante elenco di abbattimenti.
Pini domestici, lecci, robinie, tigli, perfino boschetti di alloro: pezzi di storia verde rimossi da luoghi monumentali e parchi che per decenni hanno custodito l’identità botanica e paesaggistica della città.


Il quadro più drammatico, ancora una volta, riguarda Villa Torlonia, nel Municipio II, un parco vincolato non solo per il suo valore architettonico, ma anche per quello delle sue alberature storiche.
In meno di un anno gli abbattimenti registrati sono già 50.
Tra questi 50 ci sono i 19 aggiunti oggi, per i quali resta tuttora incerta l’autorizzazione della Soprintendenza Speciale, alla quale risulta indirizzata la richiesta ufficiale allegata alla documentazione.

Tra gli alberi destinati all’eliminazione figurano Pinus pinea, i pini domestici che disegnano da secoli il paesaggio romano, numerosi lecci
— specie autoctona, protetta e fondamentale nella struttura ecologica delle ville storiche — oltre a robinie, castagni e interi nuclei di alloro, una pianta nobile, legata alla tradizione mediterranea e romana.
Le perizie parlerebbero per alcuni lecci di “scarso valore ornamentale”.


Una definizione che lascia sgomenti: il leccio non è un semplice elemento ornamentale, ma un cardine vegetale della città storica.
Etichettarlo come trascurabile rivela una deriva preoccupante nel modo in cui si valutano gli alberi monumentali di Roma.
Le immagini raccolte nelle ultime ore parlano da sole: mezzi di grandi dimensioni al lavoro all’interno delle aiuole di Villa Torlonia, parte integrante del disegno originario del parco.
Interventi invasivi, eseguiti senza apparente attenzione né alla tutela del suolo né alla salvaguardia del patrimonio storico-paesaggistico.
Ci si chiede perché i lavori non vengano condotti con la cura dei giardinieri specializzati e perché gli abbattimenti procedano in maniera così rapida, senza prove strumentali approfondite sulla stabilità degli alberi.
Al momento, non risultano evidenze di analisi tecniche oltre alle semplici perizie VTA (Visual Tree Assessment), insufficienti quando si tratta di esemplari storici e di alto valore ecosistemico.



Ma non è tutto. Mentre si segnalavano gli interventi a Villa Torlonia, nel parco Petroselli a Talenti arrivava la notizia dell’abbattimento di 20 pini.

Due sono già stati eliminati in giornata. Diversi cittadini presenti hanno testimoniato che molti di questi alberi apparivano in ottima salute.

Ancora una volta si ripropone lo stesso interrogativo:
perché non si procede con prove di trazione e analisi strumentali, indispensabili per valutare in modo oggettivo la stabilità degli alberi monumentali?
Perché si decide di abbattere senza un percorso trasparente, documentato, scientificamente fondato?
Quella di oggi non è che una delle tante segnalazioni che stanno emergendo negli ultimi mesi.

E purtroppo, altre notizie — già in preparazione — confermano una tendenza in crescita: una gestione del verde pubblico sempre più orientata all’eliminazione, spesso sbrigativa, scarsamente motivata, raramente comunicata.
La città eterna rischia di perdere in pochi anni ciò che ha impiegato secoli a costruire: il suo patrimonio arboreo, la sua identità paesaggistica, il suo respiro.
E noi continueremo a vigilare e raccontare.
Jacopa Stinchelli. La Voce degli Alberi

