Rubrica “I Pini di Roma” – a cura di Jacopa Stinchelli (@voxarborum)
C’è un numero che pesa come una ferita aperta: seicento.
Sono i pini mancanti all’appello nella storica Villa Glori, un parco che per generazioni ha rappresentato un’oasi di verde e di storia.
A questo dato, già di per sé impressionante, si aggiunge la conta ben più drammatica delle migliaia di alberi abbattuti a Villa Ada, uno dei polmoni più importanti della Capitale.

Due ville nel Municipio II, due simboli di un patrimonio paesaggistico che la legge definisce tutelato, ma che – nei fatti – continua a scomparire.
Da anni si parla di reimpianti, di ripristini, di programmi di riforestazione. Sulla carta, tutto sembra possibile. Nella realtà, le nuove piantumazioni arrancano: attecchimenti deboli, manutenzione insufficiente, esiti – finora – catastrofici.
È da qui che parte il viaggio quotidiano nella rubrica I Pini di Roma: un osservatorio sugli alberi storici della città, sul loro destino e sulle minacce che ne compromettono la sopravvivenza.

Prima tappa: Monteverde Vecchio, uno dei quartieri più verdi del quadrante Nord-Ovest. A Largo Oriani, da un giorno all’altro, è scomparso un pino. Nessun avviso, nessuna spiegazione pubblica.
Un albero storico, che molti residenti ricordano da sempre come parte del paesaggio del rione, è stato rimosso all’improvviso.

Nella foto che accompagna la segnalazione, il vuoto lasciato dal tronco è cerchiato di verde: un’assenza che colpisce come un segno di cancellatura.

Proseguiamo verso Borgo, all’ombra del Cupolone. Un rione densissimo, dove gli spazi verdi superstiti si contano sulle dita di una mano.
Qui sopravvive un’unica area verde, con sei lecci monumentali e un pino iconico, fotografato da turisti di tutto il mondo. Un piccolo giardino spontaneo che i residenti chiedono da anni di poter vivere, proteggere, valorizzare.

E invece, al suo posto, si spinge un progetto di parcheggio sotterraneo: un’opera contestata, pericolosa e contraddetta dagli stessi abitanti.
La zona, infatti, sorge su terreni alluvionali, in prossimità del Tevere e di falde acquifere: un contesto geologico inadatto a scavi profondi.
Il Municipio I non ha dato il proprio consenso, ma il Comune sembra intenzionato ad andare avanti. Il rischio? La perdita di quegli splendidi esemplari che ancora resistono.

Ma l’episodio più grave arriva dai Parioli, nel cuore del Municipio II.
Due pini ultra-centenari, già periziati da un agronomo e dichiarati sani, sono stati abbattuti di sabato, all’improvviso.
Un intervento condotto da una ditta incaricata delle manutenzioni nel Municipio, una ditta che sempre più spesso incontra l’opposizione dei residenti, stanchi di interventi invasivi e di lavori che trasformano radicalmente – e troppo velocemente – il paesaggio urbano.
Ciò che rende questo abbattimento inaccettabile non è solo l’assenza di motivazioni, ma il fatto che quei pini erano vincolati, tutelati dal punto di vista paesaggistico.
Alberi storici, appartenenti a uno dei quartieri più ricchi di natura e bellezza della Capitale.
I pini di Roma non sono solo alberi: sono punti di riferimento, memoria collettiva, parte di un’identità visiva e culturale unica al mondo.
La loro sparizione – lenta, silenziosa, a volte improvvisa – racconta di una città che rischia di perdere se stessa.
La rubrica I Pini di Roma nasce per questo: per documentare, per informare, per difendere un patrimonio che appartiene a tutti.
E per ricordare che ogni albero scomparso non è un numero in una lista, ma una storia interrotta.
Jacopa Stinchelli. La Voce degli Alberi

