La ricerca di Roma Tre ridisegna la geografia culturale di Roma: Fiumicino cresce con una visione che unisce arte, scuole e territorio.

C’è una ricerca che racconta Roma come non l’avevamo mai vista. Non in base ai monumenti, ma ai battiti culturali.

È quella condotta dall’Università Roma Tre, nell’ambito del progetto “CHANGES – Cultural Heritage Innovation for Next-Gen Sustainable Society”.

Un lavoro di mappatura imponente, che ha contato oltre settemilaquattrocento luoghi della cultura: biblioteche, teatri, cinema, musei, archivi, librerie, spazi d’arte.

Il risultato è affascinante e crudele allo stesso tempo. Affascinante, perché mostra la ricchezza della Capitale; crudele, perché ne rivela gli squilibri.

La cultura si concentra nel centro storico, mentre le periferie appaiono come zone d’ombra, dove la vita culturale esiste solo a tratti, come luci intermittenti.

Ci sono quartieri con più teatri che bar, e altri dove il sipario non si apre mai. Quartieri che respirano poesia, e altri che sopravvivono nel silenzio.

Questa ricerca non è solo un censimento.

È un atto di consapevolezza collettiva. Misurare significa riconoscere, e riconoscere è il primo passo per cambiare.

Da qui nasce una domanda inevitabile: e noi, qui a Fiumicino, dove siamo in questa mappa invisibile?

Fiumicino non è solo scalo, mare, o turismo. È una comunità giovane, piena di memoria, con radici che affondano nei porti imperiali di Claudio e Traiano, ma anche con lo sguardo rivolto al futuro.

E la cultura, in questo territorio, non è un optional. È una necessità.

Ci sono presidi importanti: la Biblioteca Comunale “Giulio Regeni”, che si prepara a diventare un punto d’incontro attivo con la sua nuova card culturale; la Biblioteca “Gino Pallotta” di Fregene, custode di storia e relazioni;

il Museo delle Navi Romane, che collega il presente alla Roma antica; il Museo del Saxofono, che unisce suono, creatività e sperimentazione.

Ci sono le rassegne estive, i murales che colorano le borgate, gli artisti che portano vita dove prima c’era silenzio.

A Fiumicino la cultura sta trovando una sua voce. Il Fiumicino Jazz Festival, con il Museo del Saxofono, ha dato forma a un linguaggio musicale riconoscibile.

Scrittori da bere e Musica da assaggiare uniscono parole, vino e melodia in esperienze che parlano di comunità. Cadenze Letterarie porta la scrittura tra la gente, con toni autentici e appuntamenti che creano attesa.

Attorno a questi poli si muovono le Sere d’Estate, il Parco in Festa e la Biblioteca Giulio Regeni, che punta a diventare un vero centro culturale diffuso grazie alla futura card.

Anche il Museo delle Navi Romane, con le sue aperture serali, sperimenta la cultura come esperienza viva.

Fiumicino ha già i semi giusti, ma serve una regia unica, una visione che unisca e coordini.

Solo così la città potrà passare dagli eventi alla vera identità culturale, continuando a crescere come luogo di arte, parola e appartenenza.

Quanto emerge dimostra che una regia c’è, e che la visione politica sta già trasformando la vitalità culturale di Fiumicino in un sistema vero.

L’amministrazione ha scelto di credere nella cultura come infrastruttura sociale, promuovendo format, connessioni e continuità.

Potrebbe nascere un distretto culturale diffuso, dove scuole, musei, biblioteche, parchi e locali dialogano, creando rete e identità.

“La ricerca di Roma Tre conferma che la cultura non è lusso ma servizio, motore di coesione e dignità.

Fiumicino, con le politiche giuste, può diventare una città-faro, un equilibrio tra mare e pensiero, tradizione e futuro. Il mare, come sempre, ne indica la rotta.”

Dino Tropea. TalkCity.it Fiumicino

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