Il comitato Tavoli del Porto, con la firma di diverse associazioni non tutte cittadine, scrive a Gualtieri per chiedere lo stralcio del progetto del porto crocieristico dai fondi Giubileo. Ma è veramente quello che vuole la città?

Una lettera indirizzata al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, in qualità di Commissario straordinario per il Giubileo 2025, riapre il dibattito sul futuro del porto turistico-crocieristico di Fiumicino.

A firmarla, su impulso del comitato Tavoli del Porto, è un nutrito gruppo di associazioni che chiedono ufficialmente lo stralcio dell’intervento n.146 dal Piano delle Opere Giubilari.

Nel testo si sollevano dubbi sulla compatibilità dell’opera con i tempi del Giubileo, sulle modalità di concessione e selezione del proponente, e si citano pareri critici da parte di AGCM, Corte dei Conti e alcuni enti locali.

Le firmatarie parlano di impatti ambientali, mancanza di trasparenza e scarsa utilità pubblica, auspicando che le risorse previste siano destinate ad altri interventi “più urgenti, condivisi e coerenti”.

Tuttavia, colpisce un aspetto non secondario: molte delle realtà associative che hanno sottoscritto la lettera non risultano avere legami concreti con il territorio di Fiumicino, se non un generico interesse per i temi ambientali.

Una posizione che sembra porsi in contrapposizione con il sentimento di numerose forze produttive e commerciali locali, che vedono nel progetto del porto crocieristico un’opportunità di rilancio economico e occupazionale senza precedenti.

L’amministrazione comunale guidata da Mario Baccini ha sin dall’inizio del suo mandato sostenuto con determinazione l’intervento, considerandolo parte di una visione strategica più ampia di sviluppo della città.

Infrastrutture, turismo e attrattività economica sono le parole chiave di un processo che mira a non relegare più Fiumicino al solo ruolo di “città dell’aeroporto”,

ma a renderla protagonista, tra molti altri progetti, anche sul fronte marittimo.

Alla luce di ciò, desta qualche perplessità la scelta di alcune sigle – pur animate da nobili intenzioni – di chiedere esplicitamente la cancellazione di fondi e progetti che puntano al progresso di Fiumicino,

proprio nel momento in cui si stanno consolidando le basi per una trasformazione concreta e strutturata della città.

Il dibattito resta aperto, ma una domanda sorge spontanea: può davvero esserci crescita sostenibile senza sviluppo?

Corrado Orfini

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