Cultura. Gianmarco Vettori nel cast della serie “Briganti” dal 23 aprile su Netflix

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Vettori: “l’auspicio è destare interesse su un periodo storico poco approfondito”.

Le vicende narrate si svolgono a metà dell’800 e raccontano gesta e vicissitudini di briganti leggendari dell’epoca: intervista all’attore.

di Marco Di Marzio

Su Netflix, a partire da martedì 23 aprile 2024, la nuova serie televisiva, ad argomentazione storica, dal titolo “Briganti”, diretta dai registi Steve Saint Leger, Antonio Le Fosse e Nicola Sorcinelli.

Come suggerisce il titolo, le vicende narrate si svolgono a metà dell’800 e raccontano gesta e vicissitudini di briganti leggendari dell’epoca. Tutti personaggi ispirati a briganti veramente esistiti.

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Trattasi di una serie epica, d’avventura, una caccia all’oro di grande tensione ma anche immensamente poetica e molto colorata, con una messa in scena ricca ed estremamente dinamica.

Un’esperienza importante, tale da spingere chi scrive ad intervistare uno dei componenti del cast,
l’attore Gianmarco Vettori, per conoscere più da vicino dettagli di un’esperienza destinata a lasciare
il segno nel pubblico televisivo.

Caro Gianmarco, nel ringraziarti per l’intervista, ti chiediamo innanzitutto come si compone il cast e quale il tuo ruolo nella serie?

Il personaggio che interpreto nella serie è quello di “Marchetta”, un brigante calabrese appartenente al gruppo Monaco, fratello di Ciccilla interpretata da Ivana Lotito. Nel Cast saranno presenti inoltre, per citarne alcuni, Michela de Rossi nel ruolo di Filomena, Matilda Lutz nel ruolo di Michelina De Cesare, Marlon Joubert sarà Giuseppe Schiavone e Orlando Cinque interpreterà Pietro Monaco.

In favore della cultura e della conoscenza, quale risultato speri di ottenere al termine della proiezione della serie?

Mi auspico ovviamente che la serie piaccia al pubblico, che desti interesse e curiosità su una parte di storia del nostro Paese che forse non abbiamo mai approfondito abbastanza o che semplicemente ancora in molti non conoscono. Mi auguro poi che ci sia sempre di più la voglia di investire su storie autentiche, coinvolgenti, di vagliare punti di vista originali che abbiano l’audacia di uscire dal seminato. 

Caro Gianmarco, nel ringraziarti nel ringraziarti di nuovo per la disponibilità, ti chiediamo in conclusione a chi vuoi dedicare questa tua avventura?

Dedico questa avventura ai miei nonni. Non ho avuto la fortuna di conoscerli, e prendere parte a una serie ambientata in un periodo così lontano dal mio ha creato in me una sensazione particolare, come se in qualche modo, fossi in contatto con qualcosa che li ha sfiorati, qualcosa che doveva essere più vicina al loro mondo che al mio.

Riceviamo e pubblichiamo

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