Mentre nascono gruppi civici e i partiti iniziano ad organizzarsi, c’è chi mette all’asta i propri voti

Le ultime battute della politica cittadina, in attesa della lunga sosta natalizia, ci regalano elementi sui quali poter ancora scrivere.

Si perchè, come detto in precedenza, a sei mesi dalle prossime elezioni amministrative a Civitavecchia vale tutto ed il contrario di tutto… quello detto oggi domani potrebbe non valere più.

Una figura che invece è sempre più incalzante, anche alla luce di quanto accaduto nell’attuale Amministrazione con casacche che cambiano colore con disinvoltura camaleontica, è quella del politico autoreferenziale.

Di quello che con anni di “lavoro”, diversi mandati da Consigliere e magari anche una posizione professionale che gli ha consentito di poter fare qualche favore, ha costruito un proprio bacino di voti certi che porta in dote proponendosi al miglior offerente.

Nulla di fuori legge, intendiamoci, e neanche di così scandaloso agli occhi di un elettorato distratto da problemi quotidiani. Però ci sembra giusto non sottovalutare questa tendenza che, seppur in voga su tutto il territorio nazionale, a Civitavecchia ha trovato terreno fertile.

Chi ci legge da tempo sa che, senza nulla di personale nei confronti dei singoli, abbiamo sempre stigmatizzato l’utilizzo indiscriminato del “Gruppo Misto” in Consiglio Comunale, con porte sempre aperte in entrata ed in uscita.

Una consuetudine permessa dal regolamento che però ha messo in grande difficoltà il Sindaco costretto a rivalutare continuamente certi “equilibri”, pagando un rallentamento della macchina amministrativa.

Oggi però, a pochi mesi dalle prossime elezioni cittadine, queste figure “indipendenti” diventano sfacciatamente egocentriche. Decine di “aghi” che rischiano di far impazzire la bilancia.

I Partiti tradizionali hanno imparato la lezione e, a costo di perdere qualche voto, hanno deciso di chiudere le porte ai “solisti”.

Le motivazioni sono sia di carattere morale che “tecnico”; a conti fatti l’inserimento di un elemento esterno con tante preferenze potrebbe togliere un posto in Consiglio a chi in quel Partito ci sta da anni senza mai tradire.

E quindi è iniziata l’asta. Venghino signori, venghino… Un turbinio di incontri, più o meno trasparenti, dove si parla solo di numeri elettorali e del loro valore, a scapito di idee e progetti per la città.

“Ma si, poi al programma ci pensa qualcun altro.. tanto sono tutti uguali…” la frase più ricorrente.

Noi pensiamo che oggi di certezze non ce ne siano poi più così tante… l’elettorato è stanco. Forse è anche stanco di non andare più a votare.

In un periodo storico dove è ormai impossibile fare promesse elettorali ad personam, chissà, magari si comincerà a badare al sodo… superato il punto di non ritorno si potrebbe azzerare tutto.

Cancellando anche le certezze di chi mette sul tavolo voti che potrebbe non avere più (ammesso che trovi chi lo candida…).

C. O.

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