Cinque giorni su Nave Italia per riaccendere il desiderio di conoscenza: 14 ragazzi di Cometa a scuola di vita tra le onde del mare

Cinque giorni in mare per ritrovarsi e riorientarsi, seguendo le stelle, e in questo caso una Cometa, come

gli antichi marinai. È un’esperienza dal grande valore formativo e umano quella vissuta da 14 ragazzi e

ragazze tra i 14 e i 18 anni con un passato di dispersione scolastica e/o in situazione di fragilità iscritti alla

scuola Oliver Twist di Cometa.

Dal 2 al 6 luglio sono saliti a bordo del brigantino di Fondazione Tender to Nave Italia insieme

all’equipaggio della Marina Militare e al personale scientifico della Fondazione, nell’ambito del progetto

“Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, per cinque giorni di navigazione

tra Civitavecchia e l’Argentario.

Una celebre frase della “Divina Commedia” di Dante Alighieri che ben descrive il senso del progetto:

come un faro tra le onde, riaccendere il senso di desiderio, stupore e fascino nei ragazzi, al fine di favorire

l’apprendimento di saperi disciplinari e lo sviluppo di competenze trasversali necessarie per il proprio

percorso di crescita personale e professionale.

Dopo aver realizzato la fase di pre-imbarco con Fondazione Tender to Nave Italia, finalizzata alla conoscenza del veliero, dei termini tecnici legati alla navigazione, delle regole da seguire, ma anche sui timori, le aspettative e i desideri di ognuno legati all’esperienza, i ragazzi, selezionati sulla base delle motivazioni, dei bisogni educativi e del senso di responsabilità, sono saliti a bordo del brigantino nel porto di Civitavecchia.

Insieme a loro sei operatori di Cometa, tra cui il coordinatore didattico Giovanni Figini, capo progetto per questa prima esperienza di Cometa su Nave Italia.

Grazie alla presenza costante dell’equipaggio della Marina Militare, e della Project Manager della Fondazione, che li ha accompagnati lungo tutta l’esperienza, i ragazzi sono entrati passo dopo passo nella vita di bordo e in tutte le attività che essa comprende.

Giorno dopo giorno, i ragazzi si sono calati nella realtà, superando i propri limiti e i propri timori, imparando e riflettendo sul senso di ogni attività proposta.

L’equipaggio, ragazzi compresi, è diventato una grande famiglia.

“È stata la situazione a richiedere la conoscenza – afferma Giovanni Figini – Torniamo a casa con la

consapevolezza che la scuola deve essere questo tipo di esperienza, in cui i ragazzi hanno potuto

imparare facendo insieme ai marinai, con cui hanno stretto un bellissimo rapporto e a cui hanno chiesto

molte cose sulla loro scelta di vita e sul rapporto con la famiglia lontana.

Per tutti è stata l’occasione di superare le difficoltà, di imparare a gestire i ritmi, i tempi, la ritualità, ma soprattutto hanno imparato a vivere e a farlo insieme; cercheremo di riproporre esperienze come questa anche in futuro”.

“Non ero sicura di riuscire ad affrontare questa esperienza – racconta R., una studentessa – A bordo, però, l’ansia è passata, i marinai mi hanno fatta sentire al sicuro e io mi sono sentita in dovere di partecipare alla vita della nave, sfidando la stanchezza.”

Testimonia L., una delle protagoniste del progetto: “Ci hanno spiegato che il mal di mare è soprattutto

una questione mentale e così, anche nella vita, con passione e determinazione si possono superare gli

ostacoli; la vita è un barattolo che va riempito di esperienze e io voglio averne tante da raccontare alla

mia famiglia, voglio parlare di tutte le persone, come quelle incontrate qui, che mi hanno insegnato a

vivere”.

Commenta il Direttore Scientifico Paolo Cornaglia Ferraris: “Il brigantino della Fondazione Tender to Nave https://www.naveitalia.org/I

talia è il luogo dove il “Metodo Nave Italia” rivela la propria forza, per la capacità di porre ogni persona di

fronte ad un repentino “cambio di rotta” della propria esistenza: è una nave scuola dedicata alla fragilità.

Ognuno verrà coinvolto in un’avventura emozionante, gioiosa, che lo condurrà ad una vita diversa dalla precedente, in pochi giorni, una squadra che condivide valori fatti di gerarchia e disciplina militare, prossimità, inclusione, valorizzazione di ciascuno, offre una cura di libertà.

Ogni anno, almeno 300 persone suddivise in decine di progetti, in piena sicurezza, aprono le porte ai valori educativi e riabilitativi, condivisi da gente che crede che ogni fragilità possa essere superata dalla forza del gruppo”.

Comunicato stampa

Riceviamo e pubblichiamo

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