Il Summer Festival di Civitavecchia si è concluso lasciando dietro di sé, a detta dei commercianti del centro cittadino, una scia di delusione e amarezza.
Non per la qualità degli spettacoli portati sul palco – indiscutibilmente di buon livello e capaci di attrarre un pubblico interessato – ma per la totale assenza di visione politica e strategica da parte dell’amministrazione comunale.
L’assessore al Turismo Piero Alessi aveva parlato, nella conferenza stampa di Giugno, di un progetto ampio per il rilancio della città, che avrebbe dovuto coinvolgere cultura e commercio.
Il sindaco Marco Piendibene aveva rilanciato con parole altisonanti: “una città accogliente, capace di trattenere turisti e visitatori per più giorni”.
“A sentire le dichiarazioni –dice un ristoratore– sembrava l’inizio di una nuova era. In realtà, si è rivelato il solito castello di slogan senza fondamenta”.
Gli spettacoli, tutti a pagamento, hanno attirato un pubblico selezionato, interessato ai singoli eventi.
Ma questo non ha significato affatto rilancio turistico né economico: anzi, il flusso è stato ristretto e frammentato, incapace di generare quel movimento diffuso di persone che avrebbe potuto giovare ai commercianti, già provati da mesi difficili.
Il risultato? Ottimi concerti in un deserto cittadino.
Anche gli esercenti delle periferie si fanno domande: “Ma non doveva esserci un cartellone di eventi anche lontano dal centro?” di chiede il titolare di una pizzeria.
“L’idea di un cartellone estivo che potesse fare da volano alla città –secondo il titolare di una gelateria in centro- non è mai andata oltre i microfoni delle conferenze stampa”.
Nessuna integrazione con il commercio, nessun vero collegamento con il turismo, nessun percorso che facesse percepire il festival come parte di una strategia più ampia.
Solo episodi isolati, senza un filo conduttore, senza una regia capace di trasformare gli spettacoli in un motore per la città.
Comunicazione inesistente… in quanto sapevano che c’era un cartellone alla Cittadella?
Un impegno che avrebbe potuto dare respiro e spazio alla creatività cittadina.
Ma, purtroppo, la promessa si è sciolta sotto il sole di agosto: palco montato, sì, ma vuoto e muto nelle serate senza spettacoli, emblema plastico dell’improvvisazione e dell’incompetenza.
L’Agenzia che si è aggiudicata il bando ha fatto il suo, stando agli accordi. Quella che è mancata è stata la
capacità di generare indotto, di costruire un’immagine, di dare continuità e vitalità a una città che vive di
turismo e commercio.
Da questo punto di vista, il Summer Festival 2025 è stato un fallimento: un cartellone costoso che non ha
lasciato nulla dietro di sé.
Il bilancio finale è amaro: Civitavecchia ha avuto eventi di qualità, ma un’amministrazione incapace di
trasformarli in economia..
E questo, purtroppo, è ciò che resta di questa estate opaca e senza slancio.
Corrado Orfini
La nostra è stata sempre una città in bilico tra il sapersi trasformare per il futuro o rimanere impantanata al presente.
La nostra città e il compresorio,pur avendo delle buone potenzialità ,non ha saputo coniugare le “potenzialità” ovvero si potrebbe partire dall’ utilizzo delle acque “calde’ ,alla fruizione della pineta della frasca ( come accade a 20 km di distanza),ad un camping ( ormai chiuso )
Al forte Michelangelo,ai due porticcioli turistici,al flusso dei croceristi,al parco archeologico cittadino,alle bellezze archeologiche,paesaggistiche con la loro particolare flora ( faggeto) e fauna etc etc
Tutto ciò dovrebbe essere legato ad un abbellimento della città,( oggi arredo urbano ) ovvero quanto necessario per rendere più vivibile la nostra città sia per i Civitavecchiesi che per i potenziali visitatori…..
Sono sempre stati imbanditi tavoli per li sviluppo sia turistico che industriale …ma eccoci qui ancora una volta a sforzarsi per uscire dall’ impantanamento
Tante altre questioni o possibilità potrebbero essere
Elencate…ma non si è mai riuscito a capire perché è sempre tutto naufragato..