“La sentenza 180 del 2022 smentisce la posizione dell’agraria”

<<La pubblicazione che abbiamo visto comparire sul sito dell’agraria in risposta alla istanza al Prefetto del Comitato mappale 309, che da anni si batte per ottenere l’applicazione della sentenza di appello con 103 del 1993, è veramente un affronto alla intelligenza dei cittadini e all’impegno che l’amministrazione
comunale ha profuso in questi anni per la per risolvere sul nostro territorio il problema degli usi civici
inesistenti.

Quanto si afferma è assolutamente mistificatorio in quanto la sentenza Antonelli del 1993, se finalmente
applicata, libererebbe subito da ogni vincolo le abitazioni di 1500 famiglie.

La sentenza del 1993 infatti stabilisce che i terreni cui la stessa si riferisce non sono ricompresi tra quelli sui quali ha effetto la famigerata sentenza 181 del 1990. E quali sono questi terreni? Basta leggere le memorie difensive degli eredi Antonelli e tutto appare chiarissimo al contrario di quello che la pubblicazione dell’agraria vorrebbe far credere.

A pagina 5 della prima memoria di citazione depositata al processo dagli eredi Antonelli il 5 aprile 1991 si specifica che si tratta dei terreni affrancati “nel 1827 da parte del censuario Nicola Valentini”, terreni che corrispondono esattamente ai 20 ettari del mappale 309.

Come se non bastasse a pagina 5 della seconda memoria difensiva depositata il 5 aprile 1993, sempre dagli Antonelli, si afferma proprio che si tratta del terreno “distinto in catasto alla sezione II n° 309”.

Sappiamo certo che sull’argomento il perito Monaci ha stilato ben due perizie, ma entrambe sono completamente errate, come il Comune di Civitavecchia ha messo in evidenza con documentazioni approfondite, inviate alla Regione Lazio.

Del resto anche la sentenza 180 del 2022 smentisce la posizione dell’agraria e le relazioni del Monaci con
“pochissime righe”, come evidenzia strumentalmente sulla sua pubblicazione l’agraria, ma, precisiamo noi,
sulla base di una poderosa perizia del CTU che il giudice sposa in pieno.

Del resto che la Tenuta delle Mortelle sia libera lo hanno dimostrato senza ombra di dubbio decine di periti dei giudici con le loro relazioni, resta soltanto Monaci a sostenere le tesi dell’agraria.

Recentemente, infatti, la Regione Lazio con una nuova legge ha avocato a sé la scelta dei periti in modo da evitare situazioni vergognose come quelle che si stanno verificando nella nostra città.

Ricordiamo che ad oggi l’agraria ha perso tutti i processi sulla qualitas soli ( primo grado, appelli,
regolamenti di giurisdizione) che sono stati sistematicamente vinti dai ricorrenti.

Sono ben 7 i processi vinti dai ricorrenti e il Commissario condanna ormai nelle sentenze l’Ente al pagamento della perizie dei CTU. Le spese legali dell’agraria aumentano a dismisura, ma la sedicente presidente continua contro ogni ragione a resistere alla logica conclusione che vedrà le abitazioni dei nostri concittadini liberate da ogni vincolo e costringe la cittadinanza ad anni di inutili disagi e danni economici .

E veniamo alla regolarità della rappresentanza legale dell’ente che sul sito viene definito “un’Istituzione
funzionante e funzionale, che ha abolito gli sprechi e reso produttivo ogni settore”.

Affermazione ridicola se si pensa che il Consiglio di amministrazione è ridotto a 5 consiglieri su 11, il presidente è interdetto dai pubblici uffici per 12 mesi, non si tengono le elezioni da più di 7 anni quando lo statuto ne prevede 5 ( tutte le agrarie del circondario Tolfa, Allumiere, Tarquinia hanno regolarmente effettuato le elezioni), l’azienda agricola è in forte perdita ed il bilancio è in positivo soltanto perché è stato inserito contro ogni regola nell’attivo circolante il plusvalore delle obbligazioni svincolate.

Veniamo poi alla regolarità della sig.ra Delmirani quale legale rappresentante e precisiamo che la recente
sentenza emessa dal tribunale di Civitavecchia limita il riconoscimento della rappresentatività al solo
specifico procedimento cui si riferisce. Quindi in ogni altro contesto, compreso quello delle conciliazioni
presso il Commissario, l’agraria continua a non avere un legale rappresentante.

Questo vuol dire che i cittadini continueranno a non poter più ricorrere alle conciliazioni e ogni atto di compravendita rimarrà bloccato sui terreni ingiustamente posti come vincolati dalla perizia Monaci.

E non si scriva puerilmente sul sito che la situazione della rappresentatività è stata risolta da una modifica dello statuto perché quella di cambiare lo statuto a posteriori per ben due volte con procedura ordinaria, come se fosse una normale delibera di CdA, è invece un’altra delle vergogne perpetrate dai pochi amministratori rimasti.

da GENNAIO 2023 tutti i giorni in diretta

Si leggano i signori che ancora siedono nel consiglio di amministrazione le disposizioni di legge vigenti in materia e soprattutto il parere della Cassazione n° 1408 del 1993.

Per chiudere ricordiamo anche la recente sentenza di Cassazione n° 37705 datata 11 luglio 2022 ha dato
torto agli attuali amministratori dell’agraria, confermando la sentenza del Tribunale del Riesame e
consentendo alla Procura di richiedere al Gip che questi vengano messi sotto processo nel gennaio del 2023.

Si potrebbe configurare quindi un quadro di mala gestione impossibile da coprire con pubblicazioni di
comodo e potrebbe purtroppo causare nel prossimo futuro pesanti conseguenze sull’associazione con
danno per soci e per i cittadini.>>

Il comitato usi civici

Riceviamo e pubblichiamo

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