Civitavecchia e Bracciano fruiranno del servizio di neurochirurgia grazie all’accordo Asl VT e RM4

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2022-06-07 | 19:31h
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2022-07-20 | 11:18h
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Siglato oggi l’accordo che conferma la collaborazione tra le professionalità presenti nelle due aziende, finalizzate a garantire elevati livelli di attività e di prestazioni sanitarie. Il protocollo si inserisce nel progetto più ampio delle “reti interaziendali”

Questo pomeriggio alla Cittadella della salute di Viterbo, i direttori generali delle aziende sanitarie di Viterbo e Roma 4, Daniela Donetti e Cristina Matranga, hanno firmato un accordo di collaborazione per la gestione dei pazienti nella rete interaziendale funzionale per la gestione delle patologie del sistema nervoso centrale e periferico non in rete tempo dipendente, nell’ambito della realizzazione di un progetto più ampio di costituzione di reti interaziendali.

All’incontro hanno partecipato l’assessore alla Sanità e all’integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, il direttore sanitario del Polo ospedaliero di Civitavecchia e Bracciano, Antonio Carbone, il direttore del dipartimento Neuroscienze e organi di senso Asl Viterbo, Riccardo Antonio Ricciuti, il direttore dell’unità operativa Sviluppo dei sistemi informatici dell’azienda sanitaria viterbese, Francesco Saverio Profiti ed il direttore dell’ Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia, Fernando Ricci.

Ulteriori finalità dell’accordo siglato sono: la garanzia della maggiore sicurezza nella erogazione delle cure attraverso la concentrazione della casistica per le risposte a maggiore complessità organizzativa e tecnologica; l’accessibilità a risposte con contenuti clinici avanzati anche per le collettività più distanti dai centri di alta specializzazione, promuovendo al contempo il concetto di prossimità e riducendo ai tempi strettamente necessari la permanenza negli hub (percorsi facilitanti tra livelli, equipe itineranti, precoce rinvio alle strutture di prossimità); la riduzione della mobilità passiva, grazie a una offerta più attrattiva e accessibile, la possibilità per gli operatori aumentare il livello di expertise attraverso il confronto tra le equipe di professionisti.

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“Un accordo importante che ha l’obiettivo di garantire elevati standard di qualità nell’erogazione delle cure per i pazienti con patologie di elevata complessità di diagnosi e trattamento con patologie croniche che richiedono interventi multidisciplinari e terapie di ultima generazione.

Si realizza grazie a questo accordo una rete clinica interaziendale che anche grazie al servizio del teleconsulto saprà garantire la trasmissione delle informazioni e delle competenze professionali sia nella fase della diagnosi che nell’erogazione delle cure” ha commentato l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

Molti studi, infatti, hanno analizzato i modelli organizzativi attuati a oggi nel contesto nazionale e da essi emerge in maniera chiara che non è più sufficiente la condivisione di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali a garantire l’appropriata presa in carico di alcune patologie, ma diviene necessario passare alla creazione di network interaziendali di reti concepiti come un insieme di servizi in relazione funzionale, interdipendenti e fortemente strutturati, nonché flessibili per adattarsi rapidamente ai continui mutamenti dei bisogni di salute e permeabili alle continue innovazioni del sistema sanitario.

In questo quadro di relazioni, assume particolare rilevanza la costituzione della rete interaziendale funzionale per la gestione delle patologie del sistema nervoso centrale e periferico, non in rete tempo dipendente, in quanto coinvolge un’area importante e vasta della nostra regione, quella nord ovest, nella quale i pazienti con le patologie sopra indicate, dal momento dell’ingresso nel sistema sanitario regionale e fino alla fase di follow-up e post-trattamento, compresi eventuali percorsi di cure palliative e di fine vita, potranno beneficiare delle migliori capacità di presa in carico che le due aziende sanitarie sono in grado di mettere in campo”.

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