Giovanni Sgamma (Centrodestra Allumiere) e PD Tolfa su fronti opposti

Si infiamma il confronto politico sulla futura chiusura della centrale a carbone Enel di Torrevaldaliga Nord, prevista per il 2025 ma oggetto di proposte di proroga fino al 2038.
Due visioni profondamente opposte si scontrano: quella di Giovanni Sgamma, esponente del centrodestra di Allumiere, e quella di Sharon Carminelli, consigliera del Partito Democratico di Tolfa.
I due, attraverso comunicati distinti, offrono una fotografia nitida del conflitto tra sostenibilità ambientale e salvaguardia economica locale.

Giovanni Sgamma: “Il carbone ha garantito stabilità economica. La proroga è necessaria”
Per Sgamma, dipendente Enel ma soprattutto rappresentante istituzionale, la centrale rappresenta un pilastro economico per i comuni limitrofi, in particolare per Allumiere.
«La centrale ha versato 350.000 euro l’anno nelle casse del Comune, oltre a sponsorizzazioni e contributi vari. Senza questi fondi, rischiamo il default», dichiara con fermezza.


Sgamma si schiera a sostegno della linea dell’on. Alessandro Battilocchio, favorevole alla proroga fino al 2038, e rifiuta qualsiasi adesione a documenti unitari che spingano per una chiusura anticipata dell’impianto:
«Non intendo votare la mozione del PD. Non si può accusare Enel di tutto: la centrale ha portato ricchezza, occupazione e opportunità».
Per il consigliere di centrodestra, la transizione energetica va sì affrontata, ma senza compromettere la tenuta sociale ed economica dei territori:
«La vera emergenza sarà la nuova convenzione post-carbone: meno fondi e più tasse per i cittadini».

Sharon Carminelli a nome del PD di Tolfa: “Il carbone va chiuso. Punto. Salute e ambiente non sono negoziabili”
Di tutt’altra posizione è Sharon Carminelli, che insieme al gruppo consiliare del PD di Tolfa ha presentato una mozione urgente contro la proroga dell’impianto.


Per il PD la questione è prima di tutto etica e ambientale:
«Non possiamo restare in silenzio di fronte a una scelta scellerata, che sacrifica la salute dei cittadini per interessi economici. La chiusura era prevista nel 2025: prorogare al 2038 è un insulto al territorio».
Il PD parla di tradimento della transizione ecologica, sostenendo che il prolungamento dell’attività dell’impianto va in direzione opposta agli impegni nazionali e internazionali.
«Il carbone deve chiudere. Senza se, senza ma. È tempo di lavorare per un’economia diversa, pulita, con lavoro dignitoso».
La mozione sarà presentata in diversi comuni (Tolfa, Allumiere, Civitavecchia, Canale Monterano, Cerveteri) per creare una mobilitazione territoriale, con l’obiettivo di chiedere ufficialmente al governo e al ministero dell’Ambiente di non cedere alle pressioni per la proroga.

Due visioni inconciliabili
Il confronto tra due posizioni politiche contrapposte rappresenta una frattura profonda nel territorio: da un lato la tutela di posti di lavoro, contributi economici e stabilità amministrativa; dall’altro la difesa dell’ambiente, della salute pubblica e dell’urgenza climatica.
Il dibattito è appena iniziato, ma si preannuncia acceso nei consigli comunali e nella società civile.
Civitavecchia e il comprensorio si trovano di fronte a un bivio storico: prolungare il passato o affrontare con coraggio un futuro diverso.
TalkCity.it Redazione Tolfa.Allumiere
