Medaglia d’onore a Salvatore Martini, cittadino di Cerveteri internato nei lager nazisti: il Sindaco Gubetti riceve le figlie

Ieri pomeriggio, nella Sala Giunta del Palazzo del Municipio di Piazza Risorgimento, si è svolta una cerimonia emozionante e raccolta in onore di Salvatore Martini, cittadino di Cerveteri deportato nei campi di concentramento nazisti.

La Sindaca Elena Gubetti, insieme al Vicesindaco Riccardo Ferri, ha consegnato la Medaglia d’Onore alla memoria di Martini, riconoscimento riservato agli italiani deportati nei lager durante la Seconda Guerra Mondiale. In sala, anche Pietro Petracchiola, genero di Salvatore, ha partecipato al tributo.

L’8 settembre 1943, le forze naziste internarono Salvatore Martini, nato il 20 maggio 1914, nel campo di concentramento di Vilna, in Polonia, e lo liberarono il 6 ottobre 1945.

A oltre settant’anni dalla sua deportazione e cinquant’anni dalla sua morte, oggi con la Medaglia d’Onore come Internato Militare Italiano (IMI) si riconosce il suo sacrificio.

Il Sindaco Elena Gubetti ha espresso la sua commozione: “È stato un onore emozionante incontrare la famiglia di Salvatore Martini e vedere nelle loro mani la Medaglia d’Onore concessa con Decreto del Presidente del Consiglio.

Salvatore ha onorato la nostra Nazione in uno dei periodi più bui della storia, insieme a migliaia di italiani.

Conoscere la sua storia e quella dei suoi familiari è stato per me un momento davvero prezioso.”

Il Sindaco ha inoltre ringraziato Bruno Rinaldi, Presidente dell’Associazione Intercomunale Cerveteri Ladispoli dei Bersaglieri, per il suo impegno nella preservazione della memoria storica.

“Martini era un nostro concittadino e un dipendente comunale, segnato da un’esperienza dolorosa che ha portato con sé per tutta la vita”, ha aggiunto Gubetti.

Gli Internati Militari Italiani (IMI) erano i soldati italiani catturati dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Alcuni scelsero di continuare a combattere con l’esercito tedesco, mentre altri deportati nei campi di concentramento.

Martini, come molti altri, divenne uno di questi internati, vivendo un’esperienza drammatica che ha segnato la sua vita e quella dei suoi cari.

La cerimonia di ieri ha rappresentato un importante momento di riflessione sulla memoria storica e sulla necessità di non dimenticare le atrocità della guerra.

Comunicato stampa

Riceviamo e pubblichiamo

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