Ventisei località in tutta Italia, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta. Un denominatore comune: il culto per il patrono Sant’Egidio. E un sindaco “visionario” che immagina un percorso di turismo religioso tra fede, cultura, arte e tradizioni, sul modello del cammino di Santiago di Compostela o della via Francigena, denominato “I cammini di Sant’Egidio”.
È, in sintesi, il progetto esposto nel libro I cammini di Sant’Egidio.
Tra turismo religioso, pubblica amministrazione e cultura ecclesiale, scritto da Salvatore Puglisi, primo cittadino di Linguaglossa (Catania), e pubblicato da Historica / Giubilei Regnani nella collana Saggistica.
Il volume è corredato dai saggi introduttivi di:
Il progetto, come si racconta nel volume, è nato dall’unione di due differenti aspirazioni, religiosa e laica.
La prima, in capo al sacerdote don Orazio Barbarino e alla Confraternita di Sant’Egidio Abate di Linguaglossa, promotori nel 2015 del gemellaggio tra la comunità etnea e quella francese di Saint-Gilles du Gard.
L’altra avviata nel 2017 dal sindaco Puglisi, che ha creato una rete con i Comuni egidiani. Grazie al coinvolgimento della Comunità di Sant’Egidio di Roma, nel 2018 si è tenuto il primo incontro tra i rappresentanti dei Comuni.
Nel 2019, nella Sala stampa della Camera dei Deputati, alla presenza del segretario generale della Comunità di Sant’Egidio, Cesare Zucconi, e di altre autorità è stato siglato un protocollo d’intesa per dare vita a una rete di condivisione sociale, culturale e religiosa e attuare iniziative tese a rafforzare le relazioni di amicizia e scambio tra le località coinvolte, creando un circuito virtuoso di iniziative religiose, turistiche, culturali e commerciali, in vista del 1300esimo anniversario della morte del Santo (2020).
La pandemia ha poi costretto a cancellare o rimandare le attività in calendario, ma non ha fermato il percorso di aggregazione culminato il 7 marzo di quest’anno con la prima Conferenza dei Comuni egidiani a Linguaglossa, sotto il patrocinio della Conferenza Episcopale Siciliana.
Nell’estate appena trascorsa gli scambi tra le comunità di Latronico e Linguaglossa hanno portato le rispettive comunità sui luoghi di culto egidiano, alla scoperta delle rispettive bellezze paesaggistiche e culturali.
Innumerevoli le ricadute del progetto, dal recupero alla valorizzazione di beni culturali ed ecclesiastici e al ripopolamento di borghi e piccoli comuni grazie alla maggiore attrattività economica, dall’implementazione della coesione sociale alla possibilità di creare una massa critica per attrarre fondi comunitari, senza calcolare le implicazioni di natura religiosa, spirituale e immateriale.
Giovanni Criscione – giornalista Odg Sicilia
Riceviamo e pubblichiamo