Il Governo ha comunicato di aver approvato, nel corso del Consiglio dei Ministri n. 145, un ulteriore stanziamento di 9 milioni e 270 mila euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali, destinato alla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
La misura è volta a sostenere gli interventi di ripristino e assistenza alla popolazione colpita dagli eccezionali eventi meteorologici verificatisi tra il 24 ottobre e il 5 novembre 2023.
Si tratta di un provvedimento che prosegue l’azione già intrapresa dal Governo in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza e che mira a garantire la piena operatività delle amministrazioni locali nella gestione post-evento.
Con questo stanziamento, l’Esecutivo ha inteso dare continuità al sostegno economico per la sicurezza e la ricostruzione dei territori colpiti, assicurando che le risorse necessarie siano rapidamente trasferite per consentire interventi mirati sul patrimonio pubblico e privato, sulle infrastrutture e sulle reti di servizio essenziali.
Il provvedimento adottato per il Friuli Venezia Giulia non riguarda soltanto una regione. Riguarda un intero Paese che, anno dopo anno, si trova a fare i conti con un clima sempre più imprevedibile e con un territorio che mostra tutta la sua fragilità.
Ogni volta che arriva un’alluvione, un nubifragio o una mareggiata, l’Italia scopre di nuovo quanto la prevenzione resti la sfida più urgente.
Nel Lazio, questa consapevolezza è ormai evidente. Roma e il suo hinterland vivono da tempo situazioni di rischio idrogeologico e infrastrutturale. Sul litorale romano, da Fiumicino a Ostia, da Ladispoli ad Anzio, le mareggiate continuano a erodere la costa, mettendo in difficoltà attività turistiche, stabilimenti e abitazioni.
Qualcosa però si muove: come riportato da Talk City, sono stati stanziati 5 milioni di euro per la difesa della costa di Fiumicino dall’erosione. AMPÈ un segnale importante, che mostra l’impegno delle istituzioni nel contrastare un fenomeno che negli ultimi anni ha assunto proporzioni sempre più gravi.
Resta però chiaro un punto: i fondi da soli non bastano. Servono progetti di lungo periodo, opere di manutenzione costante e una programmazione che anticipi i danni invece di inseguirli. Solo così il litorale potrà davvero tornare a essere una risorsa sicura e sostenibile per il territorio.
È in questo quadro che la decisione del Consiglio dei Ministri assume un valore più ampio. Non è soltanto una risposta a un’emergenza specifica, ma un segnale di attenzione verso un modello di intervento che dovrebbe diventare uniforme e coordinato su tutto il territorio nazionale.
Ogni volta che lo Stato interviene in una regione, si misura la capacità del sistema nel suo complesso: tempi, strumenti, collaborazione tra istituzioni.
Chi vive sul mare conosce bene la paura di un inverno di piogge intense o di venti che spazzano via un intero tratto di spiaggia. Ogni cittadino che si sveglia con l’acqua in casa o con la strada impraticabile chiede solo di essere messo in sicurezza. È necessario poter contare su interventi tempestivi e su una rete di protezione reale.
La speranza è che lo stanziamento per il Friuli diventi un modello operativo replicabile: interventi veloci, risorse chiare, collaborazione tra governo centrale, regioni e comuni.
Il nostro territorio — da nord a sud, passando per il Lazio — non ha bisogno di nuovi allarmi, ma di continuità nella cura.
“Un Paese davvero forte non si misura da quanto reagisce alle emergenze, ma da quanto riesce a evitarle.”
Dino Tropea TalkCity.it Fiumicino