“Mi chiamo Nicole e frequento come allieva il plesso G. Falcone di Ladispoli. Nella nostra scuola abbiamo iniziato un progetto che ha come titolo “Vivere il mare”, e quindi per due ore io e la mia classe insieme ad un’ altra classe ci siamo riuniti in un atrio della scuola dove a parlarci sono state due signore di cui una di nome Giovanna.
Nella prima ora la signora Giovanna ci ha parlato di un gran velista: Matteo Miceli.
Matteo ha compiuto quasi un intero giro intorno al mondo, perché dico quasi? Ora vi spiego… Matteo è
partito tranquillamente da Riva di Traiano, e sulla sua barca a vela portò un kit di emergenza, degli
attrezzi per aggiustare per esempio, la chiglia (parte inferiore della barca immersa sott’acqua che serve a
non farla ribaltare).
Poi si è portato sulla sua barca a vela le sue due galline a cui era molto affezionato, però vi starete chiedendo che cosa mangiava sulla barca?
Mangiava il pesce, le uova delle galline e il cibo che si era preparato prima di partire.
Una cosa triste è che una gallina morì.
Quando arrivò in Australia aveva bisogno di una sosta quindi si fermò, però le persone gli dissero che se voleva fermarsi doveva uccidere la sua gallina perché non poteva portare in Australia animali non originari di lì.
Allora Matteo si rifiutò di uccidere la sua gallina e si rimise in viaggio.
Ad un certo punto la chiglia si rovinò perché si era incagliata in un filo di metallo, però avendo costruito lui la barca sapeva anche come aggiustarla, quindi strinse i bulloni della chiglia e si rimise in viaggio.
La chiglia si staccò e la barca si ribaltò.
Sull’albero della sua barca a vela aveva un GPS che serviva a far sapere alla sua e-chip dove si trovava.
A bordo della barca aveva una zattera gonfiabile e un salvagente, quindi prese zattera, salvagente e gallina e aspettò i soccorsi.
Nel frattempo cercò di mettere in salvo la gallina ma non ci riuscì e morì affogata.
I soccorsi finalmente arrivarono e riuscirono a salvare Matteo riportandolo a Fiumicino, la barca purtroppo è rimasta nell’Oceano per anni, però Matteo è ancora alla ricerca della sua amata barca.
Matteo, nel frattempo, si è sposato ed è tutt’ora un velista importante”.
“Quelle due ore di giovedì sono state interessanti e molto belle, (anche perché abbiamo saltato due ore di aritmetica).
Nella seconda ora abbiamo parlato dei fattori inquinanti del mare e di chi ci vive dentro, ad esempio abbiamo spiegato cosa sono i fattori bionici e i fattori abiotici:
Abbiamo parlato della Posidonia, al riguardo infatti abbiamo detto che è una pianta importantissima che
ora non viene più considerata un rifiuto ma anzi, un bene prezioso per l’ambiente.
E infine abbiamo parlato delle coste del Lazio che partono da sud di Gaeta e terminano in Toscana, hanno
pochissimi tratti rocciosi e sono basse e sabbiose e con diverse insenature.
RICORDIAMO CHE SE PROTEGGIAMO IL MARE, PROTEGGIAMO NOI STESSI”.
Riceviamo e pubblichiamo