Una nota di merito da parte di Valentino Valentini, Direttore Museo Laboratorio della Fauna Minore del Parco Nazionale del Pollino, sulle attività delle associazioni della provincia di Roma per i problemi ambientali

Una nota di merito da parte di Valentino Valentini, Direttore Museo Laboratorio della Fauna Minore del Parco Nazionale del Pollino, sulle attività delle associazioni della provincia di Roma per i problemi ambientali

<< Diamo le gambe agli alberi e marciamo per loro (in provincia di Roma lo fanno già).

A Ladispoli (e non solo) associazioni e cittadini ‘prestano’ le proprie gambe agli alberi per attirare l’attenzione su deforestazione e cambiamenti climatici.

Qualche anno fa in una delle puntate di “Che tempo che fa” il professor Stefano Mancuso, un valente docente di botanica, aveva richiamato l’attenzione sul fatto che su questa Terra, tutta percorsa dell’invadente presenza dall’Homo sapiens, esistevano anche le piante, che nella versione arborea raggiungevano dimensioni ragguardevoli, addirittura maggiori di qualsiasi altro vivente e costituivano circa il 97% dell’intera biomassa del Pianeta. Ma non solo. Nel tentativo di mostrare al pubblico in studio e ai telespettatori che ogni pianta è in effetti un vivente “a tutto tondo” e sbugiardare quella parte d’umanità che la collocherebbe in serie “B”, a mo’ di merce utile solo a far legna e profitto – soltanto perché non hanno voce, possibilità di deambulazione men che meno – il nostro professore aveva mostrato alcune foto di un’umile piantina di pisello, scattate in cadenzata sequenza, che nel crescere cercava di appoggiarsi e arrampicarsi a un sostegno non proprio alla sua portata: “Guardate – faceva osservare Mancuso – questa piantina non solo cresce e si sviluppa, ma possiede anche sensibilità e intelligenza, atta a capire com’è fatto il mondo intorno a lei”.

Quanti messaggi di questo tipo, certo lodevoli e ingegnosi, si dovrebbero offrire per cambiare mentalità alla gente! Per fortuna c’è anche chi gli alberi li ama e li apprezza senza se e senza ma, e le sensibilità in questo senso stanno crescendo in una Regione tra le più importanti a livello nazionale. Stiamo parlando di associazionie dipersone che fanno ancor più bella e vivibile la provincia di Roma, e non solo. Con l’apporto esterno dell’associazione CO.RI.TA. (Comitato per il Rimboschimento di Taranto) sono diventate l’orizzonte umano che in giornate prestabilite dà “in prestito” le proprie gambe agli alberi e fede nelle foreste di questo Pianeta, tale da conferire loro il movimento e la voce, ma anche la dignità e la visibilità che sono appannaggio solo dei viventi d’”elite”.

Così, come non parlare dello sforzo e della passione delle associazioni Salviamo il Paesaggio, Scuolambiente, Comitato Rifiuti Zero, Marevivo, Fare Verde, Natura per tutti, Piccolo Fiore, Nuove Frontiere, e poi ancora Lipu, Libera e altre ancora? Tutte compagini che hanno percorso le strade di Ladispoli, ma anche di Cerveteri e Civitavecchia per mettere a dimora quelle piante e quegli alberi di cui parlava il nostro professore, richiamando l’attenzione di tutti, politici in primis, alle problematiche ambientali incombenti sul territorio, sulle città, sul Pianeta intero. Tagli indiscriminati, deforestazione selvaggia, perdita di biodiversità, cambiamenti climatici che, in un mix intricato d’ignoranza e insensibilità, già da qualche tempo stanno causando ingenti danni e distruzione, e quello che più fa male anche morte, come di recente purtroppo in Emilia-Romagna.

È unanimemente accertato, e alla più recente Conferenza sul Clima è stato ribadito, che la deforestazione è una delle cause fondamentali del riscaldamento globale: se perdiamo altri alberi e non mettiamo sotto tutela le foreste del mondo perderemo anche la battaglia contro le devastanti mutazioni climatiche.

Servono urgentissime misure politiche, serve un serie di azioni serie e puntuali per mantenere saldo l’obbiettivo di non sforare la soglia di 1,5° C e, soprattutto, una decisa spinta alle rinnovabili. Serve educare la gente a pensare con affetto e gratitudine al nostro unico, magico Pianeta, a questa nostra nave stellare che veleggia sicura nel cosmo pieno di fascino e di mistero. Ma servono altresì questi nostri valorosi “fitofori” che con le loro marce danno le loro gambe agli alberi, la loro fede alla biodiversità e alla vita, perché sentono che tale è la loro missione. E cambiamo allora anche il nome dell’annuale “Marcia della Pace”, con buona pace, appunto, dei tanti che vi partecipano: e trasformiamola, perché esigenza più pressante, in “Marcia della Pace con la Natura”.
Continuando fieramente a prestar gambe ai nostri amati alberi, gli alleati migliori che abbiamo >>.

di Valentino Valentini –Direttore Museo Laboratorio della Fauna Minore del Parco Nazionale del Pollino, presidente Comitato per il Rimboschimento della Città di Taranto.

Riceviamo e pubblichiamo

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