“La Giunta comunale dimostra tutta la sua schizofrenia: da una parte il Sindaco che vola in Europa a caccia di fondi per affrontare la crisi abitativa; dall’altra, lo stesso Gualtieri avalla il taglio di mezzo milione di metri cubi di proprietà Ater, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Veloccia”, dichiara Di Stefano.
Secondo il consigliere, il taglio compromette la possibilità di realizzare “centinaia di potenziali appartamenti” destinabili a famiglie in attesa di una casa popolare.
Oltre al danno sociale, Di Stefano sottolinea anche il danno economico: l’Ater, già in difficoltà finanziarie, avrebbe potuto monetizzare parte dei suoi volumi per reperire risorse da reinvestire nella manutenzione del patrimonio edilizio esistente o in nuove costruzioni.
“Una scelta mai vista prima – attacca – quella di sottrarre diritti edificatori a un ente pubblico, quando invece in altri casi il Comune ha aumentato le cubature attraverso meccanismi compensativi”.
Il consigliere non risparmia critiche nemmeno alla logica della pianificazione urbanistica adottata dalla Giunta, parlando apertamente di un “esproprio ai danni dell’Ater”,
mentre contemporaneamente il Comune sarebbe pronto a investire milioni per acquistare immobili sul mercato da destinare all’edilizia sociale.
“Una contraddizione che ricade interamente sulle spalle delle famiglie più fragili della città”, aggiunge.
Infine, l’appello al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca: “Serve un intervento deciso a tutela dell’Ater e dei cittadini romani. Difendere il diritto alla casa significa anche evitare decisioni come questa”.
Il tema dell’emergenza abitativa torna così al centro del dibattito politico romano, con uno scontro sempre più acceso tra maggioranza e opposizione su come gestire il futuro urbanistico e sociale della Capitale.
TalkCity.it Redazione